Mal di testa, ne soffrono quasi tutti: due italiani su 3

Neurologia. Ma non sono tutti uguali: l’emicrania (con o senza aurea) e la cefalea tensiva tra le più diffuse.

Quante volte abbiamo detto o sentito dire da qualcuno «Che mal di testa!». E non è un caso: si calcola che due italiani su tre abbiano sofferto almeno una volta nella vita di cefalea, la forma più comune di mal di testa. Ma se con il termine cefalea si vogliono indicare una serie di sintomi dolorosi che coinvolgono la testa, non tutti i mali di testa sono uguali e due di essi rappresentano le forme più comunemente coinvolgenti la popolazione generale: emicrania (con e senza aura) e cefalea tensiva.

A spiegare le differenze tra le tue patologie è il dott. Alessio Domenico Perretti, neurologo operativo presso il Centro di Radiologia e Fisioterapia di Gorle: «La cefalea emicranica è una patologia invalidante che si riflette nel quotidiano e che di fatto limita anche la corretta attività lavorativa – spiega il dott. Perretti -. L’emicrania infatti, insieme alla lombalgia, è la prima causa di perdita di giornate lavorative: colpisce prevalentemente giovani e donne, con picchi elevati tra i 20 e 40 anni. Un problema importante riguardante l’emicrania non è solo l’intensità del dolore, ma anche la frequenza con cui spesso ricompare: vi sono persone che denunciano 2-3 attacchi la settimana e addirittura pazienti che riferiscono il perdurare del mal di testa addirittura per 2-3 giorni consecutivi. E per le donne la situazione peggiora in occasione del ciclo mestruale: tale periodo viene infatti preceduto da dolore emicranico che prosegue per tutto il ciclo».

Contro la cefalea emicranica la risposta farmacologia consente di stroncare le situazioni più gravi e l’approccio terapeutico viene scelto in base all’intensità e, soprattutto, alla frequenza mensile degli attacchi di emicrania: «Se avvengono 2-3 attacchi al mese – sottolinea il dott. Perretti - vengono consigliati farmaci quali Fans o Triptani, qualora invece gli attacchi fossero almeno 4 o più al mese il medico potrebbe indirizzarsi su un trattamento di profilassi, vale a dire altri farmaci da assumere quotidianamente che hanno lo scopo di ridurre nel tempo la frequenza e l’intensità dell’emicrania. La scelta del tipo di farmaco profilattico da proporre avviene dopo una accurata anamnesi e visita neurologica, ma se nella prima diagnosi venissero individuati dei segni neurologici cosiddetti “focali” o l’anamnesi fornita dal paziente non fosse del tutto chiara, si dovrebbe cautelativamente ricorre ad indagini strumentali quali Tac o Risonanza encefalo per escludere cause di cefalea secondaria».

Un’altra forma di emicrania particolare anche se meno frequente è quella preceduta da un disturbo visivo (definito aura) che può essere rappresentato anche da un impaccio del linguaggio o addirittura da formicolii che coinvolgono la metà del corpo. «Tale disturbo, che è prevalentemente visivo, dura circa 15-45 minuti e precede l’insorgenza dell’emicrania – spiega lo specialista -. Si tratta pertanto di un sintomo premonitore che permette al paziente di assumere subito un farmaco sintomatico per stroncare all’origine il sintomo doloroso. L’emicrania con aura ha infatti una frequenza molto bassa nell’arco di un mese e può essere addirittura assente per molti mesi prima di ripresentarsi nuovamente (se primaria)».

Infine, non va sottovalutata nemmeno la cefalea tensiva che, pur essendo molto diffusa nella popolazione, non risulta così invalidante come l’emicrania: «Spesso il paziente sopporta anche per l’intera giornata il senso di costrizione che affligge il capo, soprattutto nelle zone frontali, occipitali e al vertice del cranio – conferma il dottor Perretti -. Solo in estrema ratio si assumono farmaci sintomatici per eliminare il fastidio e molte persone, ad esempio, traggono beneficio anche da una semplice assunzione di paracetamolo (tachipirina). Il problema nasce quando la cefalea tensiva compare quotidianamente e dura per molti mesi senza soluzione di continuo. In questi casi è opportuno rivolgersi allo specialista per le eventuali cure e accertamenti del caso. Anche se vi sono numerosi farmaci da usare come profilassi il fai da te è ovviamente sconsigliato».

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