Malattie della tiroide, ecco quando è necessaria la chirurgia

ENDOCRINOLOGIA. Le malattie della tiroide e delle paratiroidi rappresentano una delle problematiche endocrine più diffuse, con oltre 6 milioni di persone affette solo in Italia.

Tra le principali condizioni cliniche figurano l’ipertiroidismo, l’iperparatiroidismo, i noduli tiroidei, lo struma multinodulare e i tumori della tiroide. Nonostante l’approccio medico sia spesso il primo passo, in molte situazioni il trattamento chirurgico rappresenta l’unica soluzione definitiva e risolutiva.

Il dott. Alessandro Marchesi, specialista in Otorinolaringoiatria di Humanitas Gavazzeni, spiega: «Nei casi in cui l’ipertiroidismo, caratterizzato da un’eccessiva produzione di ormoni

tiroidei, è associato a noduli caldi o gozzo tossico, l’intervento permette di rimuovere direttamente la fonte del disturbo, con un controllo immediato dei sintomi e senza ricadute. Anche l’iperparatiroidismo, in particolare quello primario causato da adenoma paratiroideo, è spesso trattabile solo con l’asportazione chirurgica della ghiandola malata, che consente una normalizzazione immediata dei valori di calcio e una significativa riduzione del rischio di complicanze ossee e renali».

I noduli tiroidei, invece, pur essendo frequentemente benigni, pongono maggiori problemi di diagnosi differenziale. Tuttavia, in presenza di dimensioni superiori ai 4 cm, crescita progressiva, alterazioni alla citologia o sintomi compressivi, la rimozione chirurgica è raccomandata. Anche lo struma multinodulare, che comporta un ingrossamento della tiroide e può causare difficoltà respiratorie e deglutitorie, richiede necessariamente la tiroidectomia. «Quando il volume tiroideo altera la respirazione o la deglutizione, non è più il momento di aspettare: l’intervento migliora concretamente la qualità della vita», afferma Marchesi.

Il tumore della tiroide, in crescita in Italia, soprattutto nella variante papillare, richiede nella maggior parte dei casi un intervento chirurgico. La tiroidectomia totale è indicata nei tumori confermati o sospetti, per rimuovere il tessuto maligno e prevenire recidive. Nei casi meno aggressivi può bastare una lobectomia, ma anche in questi scenari la valutazione chirurgica resta essenziale.

Marchesi precisa che: «È importante superare la paura dell’operazione. Quando ben indicata, la chirurgia tiroidea è sicura, efficace e definitiva. Dopo l’intervento molti pazienti riferiscono un netto miglioramento della stanchezza cronica e del tono dell’umore, che spesso accompagna la malattia».

Le tecniche chirurgiche variano a seconda della diagnosi, ma l’obiettivo resta: rimuovere il tessuto patologico, risolvere i sintomi e prevenire ulteriori complicanze future. «È fondamentale un inquadramento di tipo multidisciplinare – conclude il dottor Marchesi - solo così si arriva all’intervento quando effettivamente necessario e rende davvero efficace l’atto chirurgico. Consentendo inoltre di prevenire o ridurre al minimo il rischio di piccole complicanze postoperatorie».

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