«Zina, un’altra nostra sorella
uccisa da chi l’aveva sposata»

In una lunga lettera, il dolore del sindaco Chiara Drago .«La sua morte, profonda ferita per la comunità». Annuncia il lutto cittadino.

Sarà proclamato il lutto cittadino, a Cologno, il giorno in cui saranno celebrati i funerali di Zinaida Solonari. Ad annunciarlo, in una lunga e accorata lettera su Facebook, la sindaca Chiara Drago, che si è fatta portavoce del dolore di tutta la comunità. Ieri mattina, appena saputa la notizia, Drago si è precipitata con l’assessore Lara Maccarini sul luogo dell’omicidio in via Alberto Da Giussano, visibilmente scossa, parlando con le forze dell’ordine.

In quei frangenti, considerata la delicatezza della situazione e in particolare la presenza delle tre figlie minorenni della coppia da dover tutelare, non se l’era sentita di rilasciare dichiarazioni, preferendo aspettare l’evoluzione delle notizie prima di commentare.

Nella serata di ieri, la lunga lettera: «Oggi per il nostro paese è il giorno del dolore, ma anche della rabbia – esordisce Chiara Drago –. Del dolore perché Zina, una nostra giovane compaesana, non c’è più, uccisa a 36 anni quando aveva tutta la vita davanti e le sue bambine da crescere. Della rabbia perché Zina è una nostra sorella, un’altra nostra sorella uccisa da chi l’aveva sposata. Anche una sola di queste notizie è troppo da sopportare. Oggi è il giorno del dolore, ma non del silenzio».

Sottolineando di parlare non solo come sindaca, ma anche come rappresentante delle istituzioni e come donna, Drago ha voluto insistere sul fatto che non bisogna chiudere gli occhi di fronte ai sempre più frequenti e quotidiani episodi di sessismo e violenza, «due piaghe che in una società civile non possono essere tollerate e non devono essere trascurate».

«Quando fate una battuta volgare o fischiate per la strada a una donna – aggiunge – non le state facendo un complimento: nel migliore dei casi state facendo del sessismo, nel peggiore una molestia. Quando commentate tragedie come questa parlando di “dramma della gelosia”, state in qualche modo cercando di normalizzare ciò che è abnorme e intollerabile. Quando intervistate una donna scampata ai tentativi di omicidio di un uomo e la definite “fortunata”, state reiterando la stessa cultura di chi le ha ripetutamente usato violenza. Zina è l’ennesima donna caduta per mano di un uomo».

La sindaca chiede un impegno e una presa di coscienza collettiva per uscire da questo distorto «modello» culturale ma che per farlo occorra uno sforzo congiunto di tutti, istituzioni, cittadini, comunità educante.

«Serve crescere bambini che sappiano rispettare le diversità – continua – serve liberarsi dallo stereotipo della principessa che deve essere salvata e dell’eroe che non può mai piangere. Serve insegnare a fare i conti con le frustrazioni, con il limite, serve respingere la cultura del possesso e della sopraffazione. Serve sostenere il coraggio e dare supporto a chi denuncia violenze. Serve saper proteggere chi denuncia».

Chiara Drago si chiede se si sia fatto abbastanza per evitare quanto successo alla giovane mamma, «perché quello che è successo, a Cologno, a Zina, riguarda tutti noi. Abbiamo il dovere di chiederci cosa possiamo fare per evitare in futuro che altre donne cadano per mano di uomini da noi cresciuti. Abbiamo il dovere che queste non rimangano solo parole dettate dal dolore e dalla rabbia che ci pervadono». E conclude: «Per quanto riguarda il nostro paese, nel giorno delle esequie di Zina proclamerò il lutto cittadino, perché la sua morte è una ferita profonda della nostra comunità».

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