Il 74% del pianeta a rischio di crisi idrica entro il 2100

Quasi tre quarti del pianeta, il 74%, è a rischio di scarsità d’acqua entro il 2100 , a causa dei cambiamenti climatici . Lo indica la ricerca guidata da Christian Franzke, dell’Università Nazionale di Busan, in Corea del Sud, pubblicata sulla rivista Nature Communications. Secondo i dati, già entro il 2030 potrebbero emergere le prime gravi crisi idriche in alcune zone che si affacciano sul Mediterraneo , nell 'Africa meridionale e in alcune aree del Nord America .

Scarsità di pioggia e di neve , accompagnate da un graduale e costante aumento delle temperature , comportano una riduzione della portata dei fiumi e in generale dell’ acqua potabile a disposizione fino a portare a possibili gravi crisi idriche, come quella che ha interessato il Po nel 2022, oppure quella che ha interessato Città del Capo, in Sud Africa per ben 5 anni. Ma sebbene sia ampiamente dimostrato che queste carenze idriche siano guidate dai cambiamenti climatici non è così facile predire quando e dove si verificheranno le crisi maggiori. Pertanto, in molti casi, è difficile pianificare progetti di prevenzione .

Utilizzando i modelli globali di evoluzione climatica, i ricercatori coreani hanno realizzato una sorta di mappa delle probabilità con cui questi eventi possono verificarsi nel tempo. E' così emerso che, senza azioni di riduzione delle emissioni di CO2 , a essere a rischio di siccità gravi e persistenti e crisi idriche entro il 2100 è il 74% del pianeta , comprese quelle aree in cui si trovano grandi bacini idrici. A preoccupare maggiormente sono l’intero bacino del Mediterraneo, l’Africa Meridionale e alcune parti del Nord America e alcuni primi eventi gravi potrebbero già essere più frequenti nei prossimi 5 anni. Nel complesso il problema riguarderà circa 750 milioni di persone , di cui 470 milioni di abitanti delle città e 290 milioni di persone che vivono nelle aree rurali.

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