Studenti a caccia di microplastiche nel lago d’Iseo con l’istituto Negri

Predore. Sabato 25 marzo a turno le tre classi della secondaria di primo grado hanno assunto il ruolo di scienziati guidati da Enrico Davoli, responsabile del Centro spettrometria di massa del dipartimento Ambiente e Salute del Mario Negri.

Una risposta sulla salute del lago d’Iseo e quale impatto abbia avuto la microplastica l’avremo a maggio quando i ricercatori dell’Istituto Mario Negri, coadiuvati dai volontari della Fipsas di Bergamo e con la collaborazione degli studenti delle scuole Predore avranno esaminato i campioni prelevati ad Iseo, sulla sponda Bresciana e a Predore su quella bergamasca.

Sabato 25 marzo a turno le tre classi della secondaria di primo grado hanno assunto il ruolo di scienziati guidati da Enrico Davoli, responsabile del Centro spettrometria di massa del dipartimento Ambiente e Salute del Mario Negri. Dotati di camice bianco, stivali e misuratore, hanno prelevato campioni delle acque nella zona del piccolo parco della chiesetta di San Rocco all’esterno del paese,dove sono soliti fare il bagno. Opportunamente etichettati con il loro nome, data, località e orario di rilevamento, i campioni andranno al laboratorio per essere analizzati.

Nell’ambito di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023, con il coinvolgimento attivo di Fondazione Cariplo insieme a Fondazione della Comunità bergamasca e Fondazione della Comunità bresciana, l’istituto Mario Negri ha deciso di offrire il proprio contributo.

«L’idea è quella di sensibilizzare i ragazzi sul problema dell’inquinamento - spiega Davoli - Oggi a Predore e la scorsa settimana ad Iseo, abbiamo fatto questo studio sulla salute del lago. Campioneremo poi l’immissario e l’emissario grazie al supporto del sub che preleveranno campioni d’acqua a 20 metri di profondità. Quando a maggio tornerò da loro in classe, con i risultati, capiranno cosa succede nel loro ambiente a seguito alle attività che si fanno nella quotidianità e in particolare su un problema nuovo, emergente, che è quello delle particelle di microplastica e nano plastica, delle quali ancora non si sa esattamente quale sia la tossicità, quanta ce n’è e dove va. Quello che è certo - conclude Davoli - è che ce n’è tantissima e che non si può levare. I ragazzi devono sapere che è presente nel nostro corpo, nel nostro sangue e che va al cervello e creare squilibri generali e malattie neurodegenerative. L’unica cosa da fare è la prevenzione».

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