Tavernola, il radar di Stromboli
punta il suo scanner sul Saresano

Frana, il sistema fotografa in tempo reale ogni deformazione del fronte. Se registrasse movimenti bruschi, scatterebbe immediatamente l’allarme.

Scenari e decisioni verranno dai dati trasmessi in tempo reale da questo «scanner» montato in zona ristorante Sirena a Tavernola e puntato sul fronte di frana. L’apparenza di un trabiccolo che si muove incessantemente avanti e indietro, è in verità un sistema ultra sofisticato, frutto di anni di ricerche, utilizzato per tenere d’occhio vulcani come lo Stromboli e maxi smottamenti, posato con finanziamento della Provincia di Bergamo, gestito e controllato dalla società Ellegi srl di Como, collegato 24 ore al giorno alla sala operativa della Protezione civile in Regione. Il nome tecnico - GBInSar LiSamobile - si traduce in un radar di terra che manda in tempo reale dati come una specie di Tac alla montagna. L’elaborazione di questi dati porterà a un modello, il modello porterà a scenari, gli scenari dovranno portare a decisioni. Sempre che ce ne sia il tempo: nel caso il radar fotografasse movimenti «bruschi» - rotolamenti di sassi, massi, macigni - di significativa rilevanza in base a parametri codificati, dalla sala regionale scatterebbe l’allarme, attivando protocolli di emergenza che si stanno completando di ora in ora ai tavoli tecnici allestiti dalle Prefetture.

Non è una novità l’arrivo di questo sistema di monitoraggio della frana tra circa 600 e circa 200 metri sul livello del mare ai piedi del monte Saresano e alle spalle del cementificio tra Vigolo e Tavernola: da anni viene infatti periodicamente affiancato all’apparato piazzato nell’area dell’ex miniera Ognoli dello stabilimento, composto da una quarantina di sensori - o mire - che rilevano i movimenti del fronte. Le «mire» sono paletti di ferro su cui sono montati poliedro di cristallo sintetico: si «mirano» uno con l’altro con un incrocio goniometrico, componendo una rete di rilevazioni che fotografa il comportamento della montagna e le sue eventuali deformazioni.

A questo sistema di sensori - una quarantina - che fanno della frana di Tavernola una delle più monitorate d’Italia, si affianca periodicamente anche il radar di terra. Che ora è stato installato a tempo indeterminato in un’area verde alla foce del torrente Rino. La decisione di aggiungerlo alle «mire» è dettata dal fatto che questo radar non solo dà registrazioni più precise di ogni micro e macro movimento, ma consente di arrivare a «modellare» la consistenza del fronte che si è messo in movimento. Un milione di metri cubi? Uno e mezzo? Due? Ci vorrà qualche giorno per saperlo. L’ampiezza del fronte, la sua profondità, il modello di movimento, se scivolamento o rotolamento, modelli che aprono scenari differenti non attualmente definibili nemmeno a grandi linee: se il fronte scivolasse, potrebbe scendere «linearmente» e planare sui terrazzamenti del versante o nell’area del cementificio. Se il fronte decidesse di rotolare, allora la sua discesa potrebbe essere più «scomposta» e quindi meno prevedibile: potrebbe «schizzare» con traiettorie non immaginabili, nel lago.

Tecnicamente il radar utilizza un sensore interferometrico basato sulla tecnica di radar ad apertura sintetica (Sar), simile a quelli utilizzati sui satelliti. In sostanza, fornisce misurazioni dell’area che tiene di mira in tempo reale, con precisione nelle misure, mediamente nell’ordine di 0,3-0,7 millimetri.

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