Assalto alla montagna nel fine settimana
Migliaia sulla neve e fioccano le multe

Località sciistiche invase anche con gli impianti chiusi. «Più che a Ferragosto». A Colere 40 scialpinisti sanzionati sulle piste.

Il riassunto della giornata – splendida, baciata dal sole e con temperature in via di risalita – arriva già prima delle 16: provinciale 671 intasata fin da Clusone. Idem per la «gemella» brembana, la 470, ferma da Lenna. Pienone, valli prese d’assalto e le località immerse nella neve ancor più, con qualche coda in attesa di poter pranzare nei rifugi, ma mascherine o scaldacollo a coprirsi e rispetto delle regole anti-Covid.

Tutto tranquillo, quindi? Non proprio. Non almeno per la quarantina di scialpinisti multati ieri mattina a Colere. Questa volta i parcheggi selvaggi non c’entrano: il fatto contestato dai carabinieri forestali e dai militari della compagnia di Clusone, è la presenza del gruppo di scialpinisti sulla pista di discesa Polzone-Carbonera. Vietata per ragioni di sicurezza, recita l’articolo 5 della legge regionale numero 27 del 15 novembre 2004. Ma con gli impianti di risalita ora chiusi, gli stessi scialpinisti parlano di «paradosso».

Multe a parte, se non si può parlare di assembramenti («di spazio in montagna ce n’è per tutti», ama ripetere chi ci abita), ieri s’è assistito però all’assalto delle nostre valli, sullo slancio della confermata zona gialla che, unito alla presenza di neve in quota e a un’irrefrenabile voglia di recuperare il tempo per forza speso dentro i confini del proprio comune, ha portato migliaia di persone in viaggio verso le nostre località montane.

Parcheggi pieni già di prima mattina a Colere, Schilpario – dove qualche multa è arrivata a chi aveva messo l’auto fuori dai posti autorizzati –, Ardesio e Valbondione. «Le favorevoli condizioni meteo di questo fine settimana - fanno sapere dall’ufficio turistico di Valbondione - hanno richiamato in zona tantissimi escursionisti. Come sempre sono state molte le richieste informazioni sulla percorribilità del sentiero che sale verso Maslana, e quindi l’Osservatorio floro- faunistico. Il grande interesse è naturalmente dovuto alla presenza degli stambecchi. Altri hanno invece manifestato la volontà di raggiungere il rifugio Curò, ma è un itinerario che abbiamo sconsigliato nella maniera più assoluta perché troppo esposto al rischio valanghe».

Tantissima gente anche agli Spiazzi di Gromo e a Castione, «più che a Ferragosto, per dare l’idea» dice un operatore. Le ciaspolate proposte per venerdì e sabato da VistPresolana sono andate tutte esaurite, tanto che, viste le prenotazioni, ne è stata organizzata una in più, ieri mattina. Ciò che colpisce è la gran quantità di giovani saliti ieri in montagna, «sicuramente è un segnale positivo – fa notare Lorenzo Pasinetti dal Donico, salito ieri anche al Pora –. La gente vuole uscire, praticare sport all’aria aperta: è meglio che si chiudano i centri commerciali e le discoteche o la montagna?» si chiede aggiungendo che «non è facile gestire situazioni del genere nel rispetto dei protocolli, vuol dire avere più manodopera con aumento dei costi, ma questo probabilmente sarà il modus operandi del futuro».

Anche le località brembane prese d’assalto, dai Piani dell’Avaro a Piazzatorre e Valtorta fino a Foppolo, «tantissima gente che faceva di tutto – racconta la sindaca di Foppolo, Gloria Carletti –: bob, slittini scialpinismo, ciaspole, con gli scarponi ai piedi. Ciò dimostra che sia che ci siano gli impianti, sia che non siano aperti, l’interesse per la montagna c’è. Però se avessero lasciato aprire gli impianti, le persone si sarebbero distribuite meglio, non sarebbe certo stato l’impianto la fonte di contagio».

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