Cade nel dirupo con la mountain bike, muore a 50 anni: lacrime per Michele Zanelli

L’incidente sabato 29 gennaio ad Aviatico: l’escursionista bresciano è scivolato per cento metri in un precipizio. Michele Zanelli era su una bici con pedalata assistita. Il sindaco: una tragedia, il sentiero non si presta a questi mezzi.

Tragedia nella giornata di sabato 29 gennaio, attorno alle 13,30, ad Aviatico, nella frazione di Ama, dove un uomo ha perso la vita dopo essere precipitato in un dirupo con la sua mountain bike con pedalata assistita, facendo un volo di circa 100 metri. Vani i soccorsi. Michele Zanelli, 50 anni, bresciano di Lumezzane, in Val Gobbia, ieri era in sella alla sua bicicletta in compagnia di due amici quando, in un passaggio particolarmente esposto e stretto, ha perso l’equilibrio ed è precipitato lungo un dirupo per circa un centinaio di metri. Così hanno riferito i compagni di escursione che, dopo aver assistito impotenti alla tragica scena, hanno subito allertato i soccorsi. Zanelli era il primo dei tre, in fila lungo il sentiero montano che collega la via Roma di Ama, sull’altopiano di Selvino, con la mulattiera che passa sotto la funivia e conduce ad Albino. Scattato l’allarme, da Milano si è alzato in volo l’elisoccorso del 118 e sul posto sono giunti anche i vigili del fuoco del distaccamento di Zogno, il nucleo Speleo-alpino-fluviale della centrale di Bergamo, il Soccorso alpino e i carabinieri della stazione di Albino. Le operazioni, rese particolarmente difficili dalla zona impervia, sono durate diverso tempo e terminate con il recupero del corpo privo di vita del cinquantenne, caricato sull’elicottero attorno alle 16. L’autorità giudiziaria ha dato il nulla osta alla restituzione della salma ai familiari, senza autopsia, non essendoci dubbi sulle circostanze dell’accaduto.

«Mi dispiace molto – commenta il sindaco di Aviatico, Mattia Carrara –: è una tragedia immane. In queste situazioni entra certamente in gioco la fatalità, anche se il sentiero interessato dall’incidente, che conduce al monte Nigromo, non si presta per essere percorso con questi mezzi. Stiamo mappando proprio in questo periodo i sentieri con il Cai e non l’abbiamo inserito volutamente. Ma da diverso tempo è aumentato notevolmente il numero di persone che lo percorrono in sella alle loro biciclette o anche durante le ore notturne. Ma non è prudente farlo. Prendo quindi l’occasione per ricordare che può essere percorso a piedi con una certa attenzione, ma è assolutamente sconsigliato farlo in altre condizioni».

Era un grande amore quello della mountain bike per la vittima, come si può notare anche dalle diverse foto pubblicate sul suo profilo Facebook, dove amava condividere le sue avventure in solitaria o in compagnia degli amici. «Il sentiero è molto pericoloso – racconta un residente della zona – perché in alcuni punti largo meno di un metro e scosceso». Michele Zanelli lascia moglie e due figli. Lavorava con il fratello nella ditta di famiglia, la «Zanelli Srl» di Lumezzane, che si occupa di vendita e posa di caminetti, stufe a legna e pellet e cappe da cucina.

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