Cassiglio, lupo fotografato di giorno
Ritorno ormai certo sulle Orobie

Un giovane esemplare di canide ripreso due volte nei pressi di una pozza d’acqua. La Regione: potenzieremo le difese per gli alpeggiatori.

A detta degli esperti la foto è inequivocabile. I lineamenti, le caratteristiche sono quelle del lupo. Un lupacchiotto, per la precisione, ovvero un giovane esemplare. È quello finito in una fototrappola, per due volte – al mattino del 9 settembre, e poi nel pomeriggio del giorno dopo – nella Valle di Cassiglio, intorno ai 1.400 metri di quota. Lo si vede avvicinarsi e poi lasciare un laghetto dove si era probabilmente abbeverato. L’immagine è quella scoperta nei giorni scorsi nella fototrappola installata da Andrea Galizzi, 44 anni, di San Pellegrino, cacciatore del Comprensorio venatorio alpino della Valle Brembana, tra i collaboratori di un progetto, avviato da circa due anni con l’Università di Pavia, sui cervi. Progetto che fa uso di fototrappole, nelle quali, ovviamente possono «cascare» anche animali diversi dagli ungulati oggetto di ricerca.

«Le foto sono state subito inviate alla Polizia provinciale che ha comunicato la presenza e le fotografie ai tecnici del progetto Life Wolf Alps – spiega Galizzi –. Tecnici che raccolgono tutti i dati sulla presenza del lupo sulle alpi per monitorarne la presenza e il costante incremento. La zona in cui è stato ripreso è poco frequentata dall’uomo, anche se il sentiero Cai 101 è vicino. E questo ha probabilmente permesso questi scatti in pieno giorno. Le foto, come da parere richiesto a esperti, evidenziano le caratteristiche tipiche del lupo, anche se la certezza assoluta si potrebbe avere solo tramite analisi genetiche di resti organici».

«Ormai la presenza del lupo anche in Bergamasca comincia a essere più frequente – continua Galizzi –. Sull’arco alpino le due popolazioni stabili più numerose si trovano ai due estremi: Piemonte e Veneto-Trentino e la previsione è che il lupo con il tempo colonizzi stabilmente anche la parte centrale delle Alpi». «In Lombardia – precisa Elisabetta Maria Rossi, funzionario regionale – è presente un branco di 4-5 esemplari che si sposta tra Como e il Canton Ticino. Recentemente è stata trovata una femmina morta, per cause naturali. Quanto alla Bergamasca, abbiamo avuto una segnalazione con fototrappola l’aprile scorso (notturna, a Valleve, ndr), quindi altre segnalazioni a settembre. Ancora una settimana fa una a Valleve, ma quest’ultima non è certa, potrebbe essere un cane selvatico». Nell’agosto 2017 per la predazione di 32 pecore, a Foppolo, si era messo sotto accusa un lupo. Così lo scorso aprile, alcuni caprioli sarebbero stati sbranati da un lupo. «Continuiamo il monitoraggio - prosegue Rossi - e in accordo con Ersaf potenzieremo le attività di prevenzione, tramite recinzioni, per gli allevatori in alpeggio».

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