Frana a Bracca, il racconto degli sfollati: «Il boato, pensavo fosse un camion. Poi ho visto le rocce cadere e un polverone»

La testimonianza Cristian Zanchi, 43 anni, è disabile sulla sedia a rotelle. Martedì 5 aprile era solo a casa, la moglie era fuori

«Ero a casa da solo. Ho sentito un boato ma pensavo fosse un camion che stava scaricando qualche materiale. Poi il rumore si è prolungato. Così sono uscito di casa e ho visto la frana, le rocce precipitare, poi il polverone. C’è stata paura».

Cristian Zanchi, 43 anni, è disabile sulla sedia a rotelle. Martedì 5 aprile era solo a casa, la moglie era fuori. Ha visto la frana e ha chiamato i soccorsi. Subito dopo sono arrivati gli altri residenti della zona e poi il sindaco Giacomo Gentili.

«Devo ringraziare il sindaco perché si è subito preoccupato della situazione, avvertendo chi di dovere - dice Cristian - . Ci hanno detto che servirà almeno un mese per la messa in sicurezza. L’auspicio è che si trovino i fondi».

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Nell’altra villa abita Marzia Zanchi, sorella di Cristian, 47 anni - con il marito Giuseppe Crotti e due figli. «Speriamo che gli enti pubblici - dice Crotti - si mettano una mano sulla coscienza e poi si trovino tutti i soldi per fare i lavori». Le due famiglie sottolineano come nella zona - a memoria - non ci siano mai state frane da quella parete rocciosa, quanto meno di tali dimensioni.

Cristian ha trovato ospitalità dalla famiglia della moglie, a Bergamo, mentre la sorella Marzia con marito e figli sarà sempre da parenti a Bracca. Oltre alle due ville evacuate, nella zona vietata c’è anche una stalla. Anche questa non potrà essere utilizzata fino alla conclusione dei lavori di messa in sicurezza, quindi alla posa delle barriere metalliche.

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