Difesa del suolo, stanziati 30 milioni
per i progetti di 48 paesi: ecco dove

Dal governo un pacchetto di contributi ai Comuni per interventi contro il dissesto idrogeologico: Trescore al top, con 1,790 milioni di euro.

Sono 48 i Comuni bergamaschi tra i 1.912 del territorio nazionale beneficiari delle risorse contro il dissesto idrogeologico decise martedì dal ministero dell’Interno, di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze. Sul totale di 1.850 milioni di euro stanziati per le 2.846 opere ammesse e finanziate, i fondi destinati alla Bergamasca ammontano a poco meno di 30 milioni. Tra i bergamaschi, a ricevere il contributo maggiore è Trescore, con un milione e 790 mila euro, seguito da Costa Volpino e Lenna, che riceveranno rispettivamente un milione e 350 mila euro e un milione. «Siamo soddisfatti dei fondi assegnatici – dichiara Danny Benedetti, sindaco di Trescore –. La cifra totale, una somma importante per noi, riguarda sei interventi di messa in sicurezza del torrente Tadone in varie zone, alcuni che dobbiamo realizzare da tempo e altri conseguenti a criticità recenti. Ora però potremo sistemare tutto».

Poco meno di un milione per Averara (995 mila euro), Predore (995 mila), Foppolo (990 mila), Palazzago (980 mila), Ambivere (948 mila) ed Endine Gaiano (920 mila). Gli altri enti beneficiari e che, quindi, potranno realizzare i propri interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico sono (in ordine di graduatoria): Villongo (500 mila euro), Locatello (690 mila), Rota d’Imagna (500 mila), Adrara San Rocco (380 mila), Valtorta (700 mila), Ornica (800 mila), Sedrina (471 mila), Cassiglio (800 mila), San Pellegrino Terme (760 mila), Clusone (330 mila), Spinone al lago (321 mila), Grumello del Monte (160 mila), Fonteno (38.600), Taleggio (500 mila), Cusio (600 mila), Branzi (760 mila), Piazzatorre (290 mila), Barzana (750 mila), Almenno San Bartolomeo (220 mila), Corna Imagna (800 mila), Ubiale Clanezzo (588.118,72), Villa d’Almè (190.500), Mezzoldo (900 mila), Terno d’Isola (450 mila), Torre de’ Busi (485.500), Piazza Brembana (450 mila), Bottanuco (190 mila), Gorno (760 mila), Premolo (98 mila), Fara Olivana con Sola (97 mila), Bracca (605.785), Algua (320 mila), Nembro (85 mila), Santa Brigida (880 mila), Costa Serina (571.415), Valgoglio (95 mila), Valbondione (490 mila), Brusaporto (140 mila) e Ardesio (590 mila).

Risorse importanti, quindi, che il Ministero sottolinea verranno incrementate di altri 1.750 milioni di euro, per l’anno 2022, finalizzati allo scorrimento della graduatoria delle opere ammissibili per il 2021 (che include un totale di 8.176 opere, delle quali, come detto, ieri ne sono state finanziate 2.846), e di ulteriori 450 milioni di euro, sempre per il 2022, per il finanziamento di una nuova e diversa graduatoria, che sarà adottata a seguito di un’altra procedura, prossimamente da avviare.

«Finalmente sono in arrivo a Bergamo i fondi per i progetti presentati al ministero dell’Interno per la messa in sicurezza del territorio – commenta il deputato bergamasco di “Cambiamo!” Stefano Benigni –. Ci battiamo da sempre e in tutte le sedi affinché il tema del dissesto idrogeologico, particolarmente sentito nella provincia di Bergamo, abbia finalmente l’attenzione e le risorse che merita. Ora serve incrementare le risorse per consentire la messa in sicurezza di ponti, viadotti e infrastrutture stradali oltre che finanziare i tanti progetti dei Comuni rimasti purtroppo esclusi dal riparto delle risorse. Per questo continueremo a lavorare in questo senso anche in vista degli investimenti del Recovery Fund». «Le risorse in arrivo sono una boccata di ossigeno per le nostre valli e le aree montane – commenta soddisfatto anche Jonathan Lobati, coordinatore provinciale di “Cambiamo!”, sindaco di Lenna e Presidente della Comunità montana Valle Brembana –, ma non sono certo esaustive di tutte le necessità della nostra zona. Per la sicurezza sul territorio è necessario intervenire per la riqualificazione del patrimonio boschivo, il consolidamento delle frane e degli argini fluviali, senza dimenticare le barriere paramassi. Ci auguriamo perciò che si continui su questa strada».

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