A casa col Covid, nasce un’idea: «Briciole» per aiutare i bambini del Nepal

Rovetta Anna Visinoni dall’inizio dell’anno ha realizzato 400 bamboline in tessuto: il ricavato va al Kalika Hospital. «Il Covid mi aveva colpita per la seconda volta – racconta la 58enne – così è nata l’idea di fare qualcosa per gli altri, che fosse utile».

Una pausa forzata, tra quattro mura, e l’idea di dare vita a un progetto solidale. Sono i primi mesi del 2022 e Anna Visinoni, 58 anni di Rovetta, operatrice socio-sanitaria all’ospedale di Piario, contrae il Covid e, rinchiusa in una stanza, decide di combattere l’ozio dando vita a «Briciole», piccole bamboline realizzate con ago, filo, lana e scampoli di tessuto, il cui ricavato è interamente devoluto al Kalika Family Hospital nel nord-ovest del Nepal, voluto dal compianto Mario Merelli e dall’amico alpinista Marco Zaffaroni, in uno dei luoghi più poveri del pianeta.

«Il Covid mi aveva colpita per la seconda volta – racconta la 58enne –, così è nata l’idea di fare qualcosa per gli altri, che fosse utile. E il risultato finale sono state delle bamboline, realizzate con materiale di scarto. Il progetto è stato sin da subito condiviso dalla mia famiglia, e insieme ci siamo messi al lavoro. In corso d’opera poi, abbiamo deciso di devolvere i proventi al Kalika Family Hospital, voluto da Mario Merelli e Marco Zaffaroni, in Nepal. Pensavamo di farne una quarantina e basta, invece grazie al passaparola, da quando siamo partiti, ne abbiamo realizzate 400».

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