Addio a suor Giusta Sorlini, 56 anni in Eritrea con bimbi e orfani

Gandino Si è spenta a 88 anni, molto nota per le adozioni a distanza. I piccoli la chiamavano «mamma»

Per 56 anni è stata missionaria in Eritrea, terra da lei amatissima. Come insegnante instancabile, il suo apostolato si è svolto nell’educazione di una lunghissima schiera di bambini che la chiamavano «mamma». Era impegnata anche fra disabili, orfani, malati e nella distribuzione di beni di prima necessità alle famiglie più povere, verso le quali ha svolto anche il ministero della consolazione. È morta martedì, nella casa madre delle suore Orsoline a Gandino, suor Giusta Sorlini, 88 anni. A Bergamo era molto conosciuta per via delle adozioni a distanza. Battezzata Maria Geromina, era nata l’8 dicembre 1934 ad Angolo Terme (Brescia). Entrata nella congregazione nel 1952, emette la professione perpetua il 27 marzo 1961. Nel 1955 è impegnata nella scuola materna bresciana a Marone e contemporaneamente studia per il diploma di insegnante di scuola materna. Nel 1958 passa nella casa generalizia di Bergamo e nel 1963 consegue il diploma di maestra elementare, insegnando poi per un anno a Terracina (Latina).

«Grinta e grande cuore»

Nel 1964 giunge in Eritrea come missionaria, rimanendovi fino al 2020. In questo lungo periodo è maestra nella capitale Asmara e nei Villaggi Paradiso e Sant’Antonio. Nel 1997 lascia l’insegnamento per motivi di età, continuando però a seguire sia i bambini nel dopo scuola, sia gli orfani. Avvia anche progetti di adozione a distanza. «Allora era una scelta molto innovativa – racconta Laura Viganò, docente all’Università di Bergamo –. Ho conosciuto suor Giusta in questo ambito grazie a un’associazione. Era una donna grintosa, di grande cuore, sempre in movimento e amava i contatti personali. Per lei i suoi bambini erano persone di cui farsi carico, soprattutto quelli più poveri e orfani. Inoltre, conosceva i bisogni delle famiglie». Nel 2020 torna a Bergamo e risiede nella casa generalizia, per poi passare lo scorso anno, ormai malata, nella casa madre di Gandino. Dall’Eritrea le consorelle hanno inviato numerosi messaggi alla «mamma». E questa parola è riecheggiata anche nelle testimonianze sentite durante i suoi funerali, svoltisi l’altro pomeriggio nella chiesa di San Mauro a Gandino.

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