Ardesio, i devastanti danni del fango. I residenti: non ci sentiamo sicuri

I residenti di via Alpini e delle zone colpite dall’ondata di fango: da buttare attrezzature e mobilio.

Il giorno dopo il disastro, Ardesio si sveglia con la voglia di ricominciare e voltare pagina. Ma la ferita è profonda e ci vorrà tempo per rimarginarla. Soprattutto, servirà capire come mettere in sicurezza il fronte della montagna e il canale di adduzione che mercoledì mattina, poco prima delle sette, si è squarciato riversando sulle case sottostanti 15mila metri cubi d’acqua nel giro di dieci minuti.

La frana ad Ardesio: le foto

Fronzi e Bonacorsi

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La distruzione dopo l’ondata di fango e acqua

Lo scenario giovedì mattina 6 aprile era desolante. Circa un metro di detriti ricopriva ancora la via Alpini, la più colpita dal disastro, con auto bloccate dentro i box sommersi di fango e ghiaia, i piani terra di alcune villette quasi completamente nascosti sotto quanto l’onda di acqua, fango, piante, sassi ha portato con sé.

Nel pomeriggio, con lo sgombero della via, sono iniziati anche i sopralluoghi programmati dei proprietari delle seconde case di via Alpini, che sono stati accompagnati da vigili del fuoco, protezione civile e amministrazione, in quanto per le case è ancora in vigore l’ordinanza di evacuazione. Nella via sottostante si continua invece a pulire, a rimuovere il fango e il materiale dagli scantinati e dalle taverne.

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La paura degli abitanti

Preoccupati i residenti della zona, ora costretti a buttare via mobili e attrezzature, con le case devastate dall’ondata di acqua: «Siamo inoltre preoccupati per la stabilità del terreno: in caso di future piogge ulteriore materiale dalla nostra proprietà potrebbe invadere la provinciale».

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