Ardesio, la Procura aprirà un’inchiesta contro ignoti per danneggiamento da inondazione

BOMBA D’ACQUA. Depositati gli atti dei carabinieri, ma il fascicolo non è ancora stato iscritto.

I carabinieri hanno depositato gli atti in Procura relativi alla frana d’acqua avvenuta all’alba di mercoledì 5 aprile ad Ardesio, dove ancora 10 persone sono sfollate e 71 risultano isolate in tre frazioni a monte dell’abitato. E ora il procuratore Antonio Chiappani sarà chiamato ad assegnare il fascicolo a un pm. Un fascicolo che non è ancora stato iscritto a registro ma che, nelle prime battute, sarà senz’altro aperto contro ignoti, ipotizzando due reati: quello previsto dall’articolo 426 del codice penale (Inondazione, frana o valanga) e quello relativo all’articolo 427 del codice penale (Danneggiamento seguito da inondazione, frana o valanga).

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L’indagine

L’indagine servirà a far luce sulle cause di quanto accaduto. Mercoledì mattina si è creato uno squarcio di quasi dieci metri, da cui è uscita una massa di 15 mila litri d’acqua che ha invaso case e strade, solo per un miracolo senza causare feriti o vittime. Il sindaco Yvan Caccia venerdì 7 aprile ha precisato che «è destituita da ogni fondamento la notizia per cui avrei ricevuto, nelle scorse settimane, delle segnalazioni da parte di residenti inerenti a infiltrazioni e pozze d’acqua nei pressi del canale artificiale; e di conseguenza è destituita da ogni fondamento la notizia per cui avrei inoltrato queste segnalazioni a Enel Green Power». La puntualizzazione è di ordine temporale: le segnalazioni ha confermato di averle ricevute, di averle girate a Enel e di aver ottenuto assicurazione sui controlli, ma in passato, non nelle scorse settimane.

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