
Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 28 Luglio 2025
Dopo cent’anni chiude a Nembro il bar Piasentì
GIU’ LA SARACINESCA. Il 31 luglio Angelo Savoldi lascia a 87 anni.
Nel maggio scorso ha spento le cento candeline, ma tra pochi giorni abbasserà definitivamente la saracinesca: il bar Piasentì a Nembro, uno dei punti di riferimento storici del paese, cesserà la sua attività il 31 luglio. L’attuale gestore, Angelo Savoldi, alla soglia degli 87 anni, ha deciso di lasciare l’attività che porta avanti sin dagli Anni Sessanta, quando aveva preso le redini del bar-trattoria di via Carso che il padre Antonio aveva aperto nel 1925.
«Nel 1924 mio papà ha comprato i tavoli e le sedie, poi nel maggio dell’anno successivo ha aperto la trattoria: per anni ha lavorato qui insieme a sua moglie, Giulia Ghilardi. Io sin da giovane ho imparato il mestiere qui con loro», racconta Angelo riavvolgendo il nastro dei ricordi. Il primo degli undici figli della famiglia Savoldi è diventato frate cappuccino (padre Giulio) e ha vissuto a Milano.
Antonio è scomparso nel 1944, ma l’attività è stata portata avanti dalla moglie e da alcuni figli, in particolare Angelo e Margherita, che è stata per tanti anni la cuoca della trattoria.
«Poi dagli Anni Novanta abbiamo tenuto aperto solo il bar – racconta ancora Angelo –. In passato eravamo anche la sede della bocciofila, i campi di bocce ci sono ancora, ma hanno perso attrattiva». In generale il gestore ammette che «i bar come il nostro lavorano meno rispetto al passato. Anche se ci sono due mie nipoti che in questi anni venivano ad aiutarmi, giustamente non proseguiranno l’attività. Abbiamo dei clienti affezionati, che sono dispiaciuti della chiusura, ma come ho detto a tutti, ogni cosa ha un principio e anche una fine».
Da dove deriva il nome del bar
Il nome del bar, «Piasentì», è legato al soprannome affibbiato alla famiglia Savoldi da generazioni. «Mio nonno, che era originario di Nembro, andava a fare l’impresario a Piacenza, stava via dal lunedì al sabato: da lì tutti noi veniamo chiamati “Piacentini”».
Giovedì calerà dunque il sipario su questi cento anni di storia. «Mi mancherà, di sicuro, ma è giusto così», chiosa Angelo, mentre si destreggia, per gli ultimi giorni, a riordinare bicchieri e tazzine.
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