È maestro di sci a 91 anni: «La passione per questo sport mi ha salvato la vita»

CLUSONE. Sabato Gianni Salvoldi sarà premiato, è il più longevo in Italia. «I medici mi volevano fermare. Grazie allo sci ho scoperto in tempo un cancro».

«Non ho mai voluto riporre gli sci. Né quando i medici me lo imposero né ora che me lo consigliano. Anzi, sciare mi ha salvato la vita». Giovanni Salvoldi, di Clusone, ma originario di Premolo, ha un primato da fare invidia: 91 anni, è oggi il maestro di sci in attività più longevo d’Italia.

Scende dalle piste e dà lezioni di «curve» come se la carta d’identità non esistesse. Quando iniziò lui a scivolare sulla neve si usavano ancora sci di legno, ricavati da qualche pianta nel bosco. Si legavano le scarpe con qualche fil di ferro. E poi su a piedi per poi scendere. Skilift e seggiovie erano di là da venire. Sabato 10 novembre, Gianni, da sempre maestro per la storica «Scuola italiana sci del monte Pora», sarà premiato dal Collegio dei maestri di sci della Lombardia, come il «Maestro più longevo d’Italia».

Classe 1932, fece il contadino, poi il falegname da un cugino, quindi il carpentiere e poi l’operaio chimico a Ponte Nossa. Fin da bambino la passione per la neve e le scivolate. «Erano anni in cui nevicava tanto - ricorda Giovanni -. Non c’erano molte distrazioni e scendere con la slitta o qualche paia di tavole di legno curvate a barchetta era tutto il nostro divertimento».

La giovinezza sulla neve a Premolo

I prati di Premolo le sue prime piste: «Ricordo che si gelava - continua - andavamo con i calzoncini corti, eravamo poveri ma in quella neve ci divertivamo un sacco». «Come sci si usavano due tavole di legno, si mettevano poi dei chiodi e del fil di ferro per tenere ferme le scarpe. Avere un cinturino era già un lusso. Si sciava tutto il giorno, poi la sera, visto che gli sci erano tornati piatti, si dovevano mettere di nuovo “in forma”. Ricordo quella volta che un mio amico operaio all’Ansaldo mi regalò un ferro a forma di “U”, sorta di ganasce con cui potei fare entrare le scarpe sugli sci. Andavo sulle piste con pinza e fil di ferro perché si cadeva e magari si doveva rimontare tutto. E poi, a 11 anni, finalmente anche i primi calzoni lunghi, i “pantaloni dello stilista”: li ricavai da un paio di “zuava” di alcuni fascisti».

A 18 anni i primi veri scarponi con lo sci club Gam Bergamo. Al Donico, nei pressi del passo della Presolana, grazie a uno «slittone» che consentiva la salita, arrivano le prime discese sugli sci senza la fatica di dover risalire a piedi. Agli inizi degli anni ’50, Gianni presta servizio di soccorso sulle piste di Piazzatorre, la stazione che aprì subito dopo Foppolo. Nel 1960 il maestro convola a nozze con Dina, da cui avrà le figli Mary e Debora, nel 1967 diventa «allievo maestro» e nel 1971, maestro di sci, con gli esami superati alla Marmolada. Gianni inizia a dare lezioni al monte Pora. Tra i suoi primi allievi, ancora bambino, ci fu Beppe Severgnini, oggi editorialista del Corriere della Sera. I tappetini non c’erano ancora: salite a piedi sulla pista per i principianti con gli sci sulle spalle e poi le discese.

«Grazie allo sci ho scoperto in tempo un tumore»

Poi l’episodio che il maestro di Premolo ricorda ancora bene: «Durante una giornata sulle piste, nel 2009, mi fuoriuscì l’anca a cui ero stato operato dieci anni prima - racconta - pur non essendo caduto. Andai in ospedale, i medici mi dissero di non sciare più. Ma sciare era la mia vita. Così mi misi una fascia e ripresi a scendere dalle piste. Quella fascia così stretta all’addome, però, mi provocò problemi intestinali. Andai dal medico per capire: da lì scoprirono che avevo un cancro al colon. Riuscirono a prenderlo in tempo e guarii. Molto probabilmente, se non mi fossi intestardito a voler sciare mettendo quella fascia, oggi non sarei qui». E oggi? «Beh, i miei allievi mi chiedono sempre che età ho - spiega -. Qualcuno parte persino da 40, poi fino su su a 70, 80. Magari qualcuno poi avrà storto il naso ma nessuno si è poi mai rifiutato di venire alle mie lezioni. Anzi, una volta, una signora cercava maestri giovani: dopo averne provati due o tre alla fine è venuta da me». «Devo ringraziare il direttore della scuola, Passio Ferrari, che, nonostante l’età mi fa ancora esercitare. Per me lo sci è vita».

Sabato 10 novembre, alle 16, a Bergamo, il presidente del Collegio dei maestri di sci della Lombardia Gloria Carletti (sindaco di Foppolo), consegnerà le benemerenze ai maestri in attività da 35, 40 e 50 anni. Poi il super premio a Giovanni, il più anziano d’Italia. Per ironia della sorte, alla Casa del giovane.

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