«Il lupo è tornato da solo sulle Orobie, i cinghiali introdotti per i cacciatori»

GANDELLINO. Partecipata assemblea per illustrare regole e possibilità di indennizzo per i danni causati dai predatori. Il consiglio: «Tenete i cani al guinzaglio in montagna».

Come è possibile convivere con i lupi? Intorno a questa domanda fondamentale si è tenuta sabato 20 maggio, in modo a volte anche animato, una partecipata assemblea a Gandellino. Un incontro fortemente voluto dalla sindaca Flora Fiorina e dopo gli avvistamenti di esemplari non troppo distanti dal centro abitato. Relatori della serata il dottor Francesco Bindi e la dottoressa Elisabetta Rossi, rispettivamente ricercatore e funzionaria di Regione Lombardia, che si stanno occupando del ritorno dei grandi carnivori secondo il progetto Europeo Life Wolfalps Eu che coinvolge 20 partner sull’arco alpino e il cui obiettivo principale è quello di migliorare la coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano in montagna. Progetto che ha un budget di 11 milioni di euro, di cui 7 derivanti dalla Commissione europea: circa un milione le risorse investite in Lombardia, dove Regione ed Ersaf sono partner del progetto.

Identikit del lupo

Dopo il benvenuto del sindaco, il ricercatore Francesco Bindi ha ricordato come in Italia il lupo, oggi specie protetta, negli anni ’70 del secolo scorso fosse presente solo con un centinaio di individui, quindi vicino all’estinzione. E come oggi, grazie alla sua protezione, all’abbandono della montagna, agli aumenti di ungulati, i lupi abbiano raggiunto una consistenza di ben 3.200 individui presenti sull’Appennino, sulla Alpi con maggior consistenza in Piemonte, e ora anche in Lombardia e nella Bergamasca. Bindi ha anche affermato con forza come nessun lupo sia stato immesso nei territori, ma come si siano spostati nella diverse regioni «con le loro zampe».

Che fare

Dopo di lui la dottoressa Rossi ha illustrato le azioni coordinate per la gestione del lupo e la riduzione dei conflitti con chi vive nelle aree che il carnivoro frequenta. Come, per la prevenzione dei danni da lupo, si tengano seminari con gli allevatori per informarli sui mezzi messi a disposizione per difendere gli armenti (recinzioni elettrificate, non sempre facili da posizionare in zone pascolive, cani antilupo da educare perché non diventino un pericolo per gli escursionisti, modalità di azioni in caso di incontri ravvicinati col carnivoro), così come degli strumenti risarcitori in caso di predazioni. Come poi i risarcimenti interessino sia gli allevatori professionisti che coloro che lo fanno a livello amatoriale. Nello specifico ha affermato come «dal 2009 al 2022, in provincia di Bergamo siano state presentate 37 richieste di indennizzo da grandi carnivori, di cui 29 da orso e 8 da lupo , quasi tutte liquidate».

Non solo lupi

All’incontro ha partecipato anche Daniele Carrara, sovrintendente della polizia provinciale di Bergamo, accompagnato dalla guardia Luigi Nervi. Carrara ha accennato all’aumento esponenziale di cervi e di cinghiali, animali, questi, introdotti nella Bergamasca dal mondo venatorio, che creano danni a prati e pascoli e sono causa di molti incidenti che coinvolgono automobilisti. Sono poi state illustrate alcune semplici regole, come i cani da tenete al guinzaglio. «Tenendo conto che solitamente il lupo teme l’uomo e lo sfugge, e che, comunque, il rischio zero non esiste, come in tutte le attività umane» hanno detto gli esperti.

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