Inverno senza neve a Selvino: «Non accadeva da 18 anni»

CLIMA. Per trovare paesaggi imbiancati occorre salire oltre i 1.500 metri e sulle piste in alta quota. Sulle Orobie poche mete percorribili per gli scialpinisti

Un inverno senza neve, almeno fino alle medie quote. Paesaggi e climi che sembrano più da primavera che da gennaio o febbraio. Temperature oltre la media, piste da sci in sofferenza, spesso circondate dal color marrone più che dal bianco della neve.

E una stazione sci, la più bassa delle Orobie, Selvino che, questa stagione 2023-2024 non ha ancora aperto la sua pista da sci sul monte Purito. «La seggiovia è tornata in funzione da nove anni - dice il gestore, Simone Grigis - ed è la prima volta che non riusciamo a far sciare sulla pista. Ma sono 18 anni che non faceva un inverno così, con la montagna ancora senza neve. Quest’anno siamo riusciti ad aprire solo il campo scuola. La seggiovia è in funzione, ma porta solo i pedoni al rifugio e non gli sciatori». Tutte le altre stazioni sciistiche delle Orobie, da Valtorta-Piani di Bobbio a Colere e Lizzola, passando per Foppolo, Piazzatorre, Spiazzi di Gromo, Pora e Presolana, sono aperte.

Temperature sopra la media

Ma le temperature di anticipo di primavera, favorite poi da venti di Favonio e inversioni termiche, non fanno sicuramente bene. La neve si scioglie. Poi, con le temperature che scendono sotto zero di notte, lo strato superficiale ghiaccia, rendendo a volte i tracciati pericolosi.

Una situazione da allerta anche per gli scialpinisi che, in questa stagione, si sono dovuti accontentare di pochi luoghi. Che Andrea Carminati, consigliere nazionale del Cai, definisce «santuari» per chi è appassionato di questo sport: «Ci sono Foppolo, il lago Moro e San Simone in alta Val Brembana - dice - e poi Colere, il Ferrante, Lizzola e il Timogno sulle Orobie orientali. Ma è evidente che siamo in una situazione più simile ad aprile che a gennaio o febbraio. La neve è dura, spesso ghiacciata, occorre la massima prudenza. Spesso, poi, per trovare la neve, occorre camminare con gli sci sulle spalle».

Stazioni sciistiche affollate

Neve, si diceva, solo nelle stazioni sciistiche (incrementata da quella sparata artificialmente): con la conseguenza che, famiglie e bambini che vogliono, per così dire, «vedere» l’inverno si concentrano proprio nelle classiche mete degli sciatori: ecco allora i Piani dell’Avaro, San Simone, Foppolo, ma anche il monte Pora spesso affollatissimi di chi semplicemente va con bob o per camminare sul manto bianco. Ma anche chi, spesso stranieri, si avventura sulla neve delle piste senza le adeguate capacità. Ad analizzare la situazione da inizio anno a oggi è il nivologo consulente per la Provincia, Federico Rota.

La prima nevicata è arrivata il 5 e 6 gennaio, con l’Epifania. Iniziata fin da 700 metri si è poi spostata sopra i 1.500 metri: una quarantina i centimetri scesi sulle Orobie.«Fino a 17 gennaio - spiega Rota - ci sono state poi giornate serene. Chi ha praticato scialpinismo in questo periodo ha goduto di bella neve polverosa, anche abbastanza inusuale per le Orobie. Considerando l’inverno comunque deficitario la neve in questa fase era continua dai 1.500 metri circa alle eposizioni sud». Il 17 gennaio una nuova perturbazione che, però, ha portato poca neve e con innalzamento delle temperature che ha portato pioggia fino a 2.000 metri. «Il vento che poi ha agito dopo le precipitazioni - continua Rota - ha riportato alla luce superfici ghiacciate e creato accumuli anche pericolosi. E rovinato la qualità della neve».

Dal 24 gennaio, quindi, le condizioni di clima mite e temperature ben oltre le medie stagionai, che hanno caratterizzato anche questi ultimi giorni . «I pendii a sud hanno neve primaverile e ciò consente di alzare la quota da cui partire per fare escursioni. Ma, attenzione, sui sentieri resta parecchio ghiaccio». Se della neve sotto i 1.500 metri ormai non c’è più traccia, non stanno meglio le Orobie. Anche questa stagione la neve accumulata è poca, come registrano le due stazioni al lago del Barbellino (1.850 metri) con poco più di 20 centimetri, e del lago di Fregabolgia (1.955 metri) con circa 70 centimetri.

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