Villa di Serio festeggia i 101 anni della decana Maria Barcella

Una vita da contadina, oggi si dedica alla lettura de «L’Eco» (senza occhiali) e al tifo per l’Atalanta.

Vitalità e grinta da far invidia quella di Maria Barcella di Villa di Serio che di primavere ne conta, mercoledì 14 settembre, 101. Attorniata dai figli Giacomo e Pierluigi, dalle nuore e dai sette nipoti, sarà la protagonista della grande festa di compleanno nella casa di via XXV Aprile: l’ex cascina che negli ’40 era circondata dai campi e fungeva da cerniera tra la golena del fiume Serio e il centro del paese. Maria Barcella classe 1921 è nata a Torre de’ Roveri nella cascina «Marianna», ultima di sei figli (quattro maschi e due femmine) di una famiglia di contadini che coltivavano i terreni dei conti Frizzoni.

«Ho sempre fatto la contadina – racconta Maria con quel sorriso radioso che le illumina il viso – ho lavorato tanto nella vigna, nei campi fin da bambina. Tenevo le mucche, le galline, i conigli. Mi piaceva tanto lavorare in campagna. Quando mi sono sposata ho continuato a lavorare la terra con mio marito». Maria si sposa il 4 maggio 1944 con Michele Marchetti, conosciuto in occasione dell’acquisto di una mucca, e viene ad abitare a Villa di Serio. «Prima di sposarmi sono andata a Torino a lavorare in una manifattura con alcune mie amiche per guadagnare di più. Ma quel lavoro non mi piaceva proprio. Quando ho conosciuto mio marito che era di Bergamo e si era trasferito a Villa di Serio con tre mucche (e per questo amici e compaesani ci soprannominarono “i Marchetti delle tre acchette”) ero così felice perché lui faceva il contadino e io potevo aiutarlo nei campi, mungere le mucche, vendere il latte alle famiglie del paese. Ho lavorato tanto ma ero sempre felice. Poi sono nati i miei tre figli Andrea nel 1945 che purtroppo è morto sette anni fa, Giacomo nel 1953 e Pierluigi nel 1958».

Dal lavoro nei campi alle faccende di casa, alla cura dei figli. Maria una donna di ferro, con due grandi passioni: l’Atalanta e il canto. «Mi piaceva cantare mentre lavoravo nella vigna e in chiesa durante la Messa. Avevo una voce intonata e sottile apprezzata anche dal parroco. L’Atalanta è la mia squadra del cuore e ad ogni partita accendo un lume perché vinca». Maria legge tutti i giorni L’Eco di Bergamo, ma attenzione: senza occhiali e sempre informata sui fatti del paese.

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