Dalle risorse alla base, l'Italia in prima fila per la Luna

Dall'estrazione dell'ossigeno fino alla necessità di risolvere gli imprevisti più impensabili, passando dalla costruzione di un osservatorio scientifico e di una vera e propria base lunare: l'Italia è in prima fila nella nuova corsa alla Luna con la sua capacità di ricerca e con le imprese. L'obiettivo comune è realizzare un avamposto umano stabile e i progetti per realizzarlo sono stati il tema della seconda giornata del New Space Economy European Expoforum, l'evento di riferimento nel settore dell'economia spaziale organizzato a Roma.

"La Luna è il prossimo grande obiettivo spaziale a cui si sta puntando con progetti internazionali molto ambiziosi e che vede un'importante partecipazione italiana", ha detto Immacolata Donnarumma dell'Agenzia Spaziale Italiana. Pietra miliare sarà il Lunar Gateway, la stazione spaziale in orbita attorno al nostro satellite per ospitare astronauti e della quale due moduli sono in fase di realizzazione in Italia, negli stabilimenti di Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%).

"Raccogliere questa sfida ci sta permettendo di superare limiti tecnologici e scientifici, portando a nuove scoperte e allo sviluppo di nuove capacità, di cui beneficeremo nella vita di tutti i giorni", ha detto il pilota sperimentatore dell'Aeronautica Militare e membro della riserva astronauti e astronaute dell'Agenzia Spaziale Europea, Andrea Patassa.

La Luna offre infatti moltissime opportunità e sfide tecnologiche, come quella di realizzare sul satellite un osservatorio spaziale polifunzionale. Questo è l'obiettivo di Earth Moon Mars, il progetto che ha come capofila l'Istituto Nazionale di Astrofisica, con la partecipazione dell'Asi e del Consiglio Nazionale delle Ricerche grazie ai fondi Pnrr per favorire l'uso della Luna come luogo privilegiato per studiare l'universo e anche per facilitare i programmi di esplorazione umana, sia del nostro satellite che più avanti di Marte.
Prima tappa dell'ambizioso obiettivo è realizzare a Terra, entro il 2025, le condizioni necessarie per garantire i collegamenti. E' quindi necessario aggiornare il grande radiotelescopio Sardinia Radio Telescope, rendendolo adatto anche alle comunicazioni, realizzare poi una serie di strumentazioni complementari e infine costruire sulla Luna un vero e proprio osservatorio modulare, da far crescere nel tempo.

La nuova corsa alla Luna comporta anche la necessita di vincere alcune sfide complesse, come la capacità di estrarre risorse direttamente in situ in modo tale che non debbano essere inviate dalla Terra. Una di queste consiste nell'estrarre l'ossigeno direttamente dalla regolite lunare: un progetto ambizioso, sperimentale e tutto italiano, nato dalla collaborazione tra Asi e Politecnico di Milano che va sotto il nome di Oracle. Un progetto innovativo che dovrà adesso essere testato sulla Luna e per questo l'Asi ha avviato un'indagine di mercato per identificare i soggetti industriali che possano realizzare il dimostratore, il tutto con un budget non superiore a 11 milioni di euro e una durata massima di 48 mesi.

Difficile è anche la gestione quotidiana delle missioni, e soprattutto i tanti imprevisti che possono verificarsi, settore in cui nel tempo si è specializzata l'azienda italiana Altec. "La Luna può essere considerata come una sorta di banco di prova, più lontana rispetto alla Stazione Spaziale ma più vicina di Marte", ha detto Cesare Capararo, a capo dei Programmi di Altec. Gli inconvenienti possono essere di ogni tipo, da problemi sanitari in cui possa servire una rapida formazione all'equipaggio per poter intervenire a questioni più banali ma comunque fondamentali, come malfunzionamenti nei servizi igienici. Tutto questo si inserisce nel settore più ampio della pianificazione, ad esempio di attività all'esterno del veicolo oppure interventi di manutenzione.

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