Il passato del Sistema Solare scritto sulle polveri di Hayabusa

Dall’esame delle polveri dell’asteroide Ryugu, prelevate e riportate a Terra dalla sonda giapponese Hayabusa 2, arrivano nuovi indizi sulla storia del Sistema Solare: secondo uno studio sui campioni, coordinato da ricercatori dell’università francese Paris Cité e del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (Cnrs) pubblicato su Nature Astronomy, l’asteroide ha una composizione simile a quella delle cosiddette condriti carbonacee e che questa tipologia di materiali avrebbe contribuito per 5% alla massa del nostro pianeta.

Ritornata a Terra nel 2020 l’incredibile missione Hayabusa 2 è riuscita nella complessa sfida di raggiungere l’asteroide Ryugu, raccoglierne dei campioni e riportarli intatti per poterli far analizzare a terra. Una missione che ha permesso di poter studiare un ‘fossile’ risalente a miliardi di anni fa, nel periodo di formazione del Sistema Solare, senza che fosse in qualche modo alterato dal calore del rientro nell’atmosfera terrestre o da agenti atmosferici. A distanza di 2 anni arrivano ora nuovi dettagli delle polveri prelevate dalla sonda, in particolare sulla loro composizione di zinco e rame. Le analisi indicherebbero che Ryugu presenta molte caratteristiche comuni con le cosiddette condriti carbonacee, una tipologia di meteoriti piuttosto rara che presenta spesso al suo interno tracce di acqua e di amminoacidi, ossia i mattoncini base per la vita. Secondo gli autori, Ryugu rappresenterebbe un perfetto campione per stimare la composizione iniziale della grande nube di polveri da cui nacque oltre 4 miliardi di anni fa il nostro Sistema Solare. Lo studio indica inoltre che asteroidi di questa tipologia fornirono un contributo importante, tra il 5 e il 6% della massa, nella formazione della Terra.

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