In un metallo raro la chiave dell’idrogeno verde del futuro

È in un metallo raro simile al platino, il rutenio, la chiave per produrre l’idrogeno verde in maniera più economica ed efficiente, aprendo così la strada ad un sistema realmente sostenibile e in grado di abbattere in maniera significativa le emissioni inquinanti. La nuova tecnologia è stata messa a punto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e dell’azienda BeDimensional, spin-off dell’Iit, e i risultati ottenuti sono stati pubblicati in due articoli pubblicati sulle riviste Nature Communications e Journal of the American Chemical Society.

L’idrogeno è considerato una fonte di energia sostenibile alternativa ai combustibili fossili ed è attualmente prodotto tramite un processo alimentato a metano, durante il quale viene generata CO2, sebbene in quantità inferiore rispetto a processi che usano come fonte di energia primaria il carbone. La ricerca punta a sostituire tali processi, detti rispettivamente di idrogeno ‘grigio’ e di idrogeno ‘nero’, con metodi più sostenibili detti di idrogeno ‘verde’, gli unici che potrebbero essere significativi per ridurre le emissioni. I costi della produzione di idrogeno verde, però, dipendono dall’efficienza energetica dei dispositivi che scindono le molecole d’acqua in ossigeno e idrogeno: è su questo aspetto che si sono focalizzati i ricercatori italiani.

“Nel nostro studio abbiamo dimostrato come, a scapito di una spesa iniziale leggermente maggiore dato dall’uso di un metallo prezioso come il rutenio, è possibile massimizzare l’efficienza di una tecnologia già ben sviluppata”, affermano Yong Zuo e Michele Ferri dell’Iit, tra gli autori degli studi. “Abbiamo realizzato analisi elettrochimiche, simulazioni teoriche e test in condizioni industriali”, aggiungono Sebastiano Bellani e Marilena Zappia di BeDimensional, co-autori delle ricerche: “Grazie ai dati raccolti abbiamo dimostrato la competitività di questa tecnologia sia con i metodi di produzione di idrogeno basati su fonti fossili che con quelli attuali”.

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