Perdita dalla Soyuz, scagionato lo sciame di meteore

Stelle cadenti assolte, almeno per il momento. Non sarebbe attribuibile allo sciame meteorico delle Geminidi il danno che il 15 dicembre ha provocato la perdita di liquido refrigerante dalla navetta Soyuz MS-22 attraccata alla Stazione spaziale internazionale (Iss), ma serviranno ulteriori analisi per capire se il problema sia dovuto a un impatto o a un guasto. È quanto emerge dalle prime indagini condotte da Nasa e Roscosmos, mentre le attività a bordo della Iss tornano gradualmente alla normalità, con una nuova passeggiata spaziale americana che era stata rinviata per evitare un detrito spaziale.

I rappresentanti di Nasa e Roscosmos hanno detto durante una teleconferenza con la stampa che sono ancora in corso le indagini sulle cause della perdita di liquido sulla Soyuz scoperto il 15 dicembre, intorno alle due di notte ora italiana, quando i sensori di pressione nel circuito di raffreddamento del veicolo spaziale hanno rilevato valori più bassi della norma.
L'ipotesi che inizialmente era sembrata la più probabile, quella di un detrito legato allo sciame meteorico delle Geminidi, è stata per il momento esclusa alla luce dell'analisi delle traiettorie. Se il danno fosse stato causato da un impatto, hanno precisato gli esperti, sarebbe comunque da imputare a un oggetto "troppo piccolo per essere tracciato".

Joel Montalbano, manager del programma per la Iss presso il Johnson Space Center della Nasa, ha aggiunto che la perdita di liquido non ha causato nessun tipo di contaminazione a bordo e che le due agenzie spaziali continuano a dialogare regolarmente per appurare le cause dell'incidente e organizzare le attività operative.

Il direttore esecutivo dei programmi per il volo umano di Roscosmos, Sergei Krikalev, ha riferito che i tecnici stanno ancora valutando se la Soyuz MS-22 potrà rientrare sulla Terra in condizioni di sicurezza come previsto a marzo 2023 o se sarà necessario inviare un'altra navetta senza equipaggio per riportare a casa i cosmonauti Dimitri Petelin e Sergey Prokopyev con l'americano Frank Rubio. Nel secondo caso potrebbe essere utilizzata la Soyuz MS-23, originariamente destinata al trasporto in orbita di tre nuovi astronauti a marzo: la navetta si trova già nel cosmodromo di Baikonur e il suo lancio in caso di necessità potrebbe essere anticipato di due o tre settimane.

Una decisione potrebbe essere presa la prossima settimana. Intanto a bordo della stazione orbitante sono riprese le attività di manutenzione per l'installazione dei nuovi pannelli solari flessibili i-Rosa che aumenteranno del 30% l'energia elettrica disponibile sulla Iss (da 160 a 215 kilowatt complessivi). I due astronauti della Nasa Frank Rubio e Josh Cassada hanno iniziato la loro passeggiata spaziale alle 14:19 (ora italiana) per installare il quarto di sei nuovi pannelli solari. L'attività era stata programmata inizialmente per lunedì, ma poi era stata rinviata a mercoledì per consentire l'utilizzo del braccio robotico Canadarm-2 per indagare il danno della Soyuz. Mercoledì, però, il rischio di impatto con un detrito in orbita (un frammento di razzo russo Fregat che si stima sarebbe potuto passare a meno di 400 metri dalla Iss) ha fatto rinviare ancora una volta l'attività extraveicolare per procedere a una manovra di modifica dell'orbita, effettuata con successo accendendo per dieci minuti i propulsori della navetta russa Progress ancorata alla Iss.

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