Brembilla, l’antica via Taverna
fra contrade e tracce di preistoria

Torniamo su questa strada densa di storia, che parte da un punto nevralgico per le comunicazioni fra Valle Brembana e Valle Brembilla, ai ponti di Sedrina, e che sale verso S. Antonio Abbandonato, Se anche voi avete vicende misteriose del vostro paese da segnalare scrivete a: [email protected]

Torniamo su questa strada densa di storia, una strada che parte da un punto nevralgico per le comunicazioni fra Valle Brembana e Valle Brembilla, ai ponti di Sedrina, e che sale verso S. Antonio Abbandonato, Catremerio per poi sfociare, in alto, oltre i mille metri di quota sulla Valle Brembana, sopra Sussia.

Una strada percorsa dai mercanti medievali, ma la cui origine è molto più antica. Le ricerche sono ancora in corso e non ci sono notizie certe. Ma è probabile che la «strada Taverna» costituisca un tracciato in uso da millenni.

Lo testimoniano anche grotte che si trovano qui attorno, abitate nell’era paleolitica. E sul tracciato, in zona Cà Marta, dopo mezz’ora di cammino, si trovano i muri ciclopici di cui in queste pagine delle Storie dimenticate abbiamo già parlato. Muraglioni alti due e mezzo, lunghi fino a venticinque metri. Sei muraglie, una sopra l’altra, come terrazzamenti agricoli. Ma ben difficile che si tratti di semplici contenimenti del terreno a uso agricolo.

Ancora oggi la mulattiera è ben selciata e sale delineata entro muretti di sassi. Una tipologia tipica dei percorsi importanti. Come quella che, per esempio, sale da Gromo al Passo di Portula, in alta Val Seriana, e al villaggio scomparso di cui abbiamo parlato in una delle prime puntate di questa serie dedicata alle «Storie dimenticate».

Spiega Claudio Gotti, di Stabello, studioso di storia locale: «La strada Taverna è certamente molto antica, difficile dire quanto. Sul suo percorso si incontrano luoghi di grande interesse storico e archeologico. Anche quelle muraglie a Cà Marta: è evidente che non si tratta di semplici terrazzamenti agricoli. Queste strutture ricordano antiche strutture difensive. Sono soltanto ipotesi, ma bisogna considerare che da quel punto si dominano i passaggi della valle, le vie principali. E pure bisogna pensare che a trecento metri di distanza, sul versante che guarda Zogno, si sono rintracciati siti preistorici, grotte dove la presenza umana è documentata: la Buca di Andrea, la Buca dell’Edera, la Buca del Tabac... Sarebbe interessante se la Sovrintendenza svolgesse delle ricerche anche nella zona dei muraglioni».

La strada Taverna parte dalla provinciale che da Sedrina va a Brembilla, poco prima del ponte antico detto «Cappello», ponte di origine medievale, ricostruito nei primi anni dell’Ottocento in seguito a un crollo. La mulattiera è ben segnata da subito, indicata con il segnavia Cai 592. È un percorso che ancora oggi collega numerose contrade, fino a S. Antonio Abbandonato per poi raggiungere Catremerio e il Valico Crosnello, sui mille metri. Da qui è possibile scendere a Sussia e quindi a San Pellegrino, in Val Brembana.

Si cammina sulle antiche pietre del selciato, si sale nel bosco fino a una santella che mostra affrescato il viso dolce di una Madonna con il suo Bambino. Dopo un breve tratto, su una pietra di grosse dimensioni che delimita la mulattiera, si trova un riquadro con inciso il numero 1938, probabilmente una data. Si continua a camminare, la salita è abbastanza impervia, si supera la Cà Meneghina (attenti ai cani!), si raggiunge il nucleo di Cà Marta. Sopra il caseggiato ecco i muraglioni, grandi, imponenti. A destra e a sinistra dei muraglioni sale il sentiero, come una scalinata.

Si cammina oltre, si arriva alla chiesa di San Gaetano, seicentesca. La data del 1912 su un muretto del sagrato forse indica l’anno di un restauro. Siamo attorno ai seicento metri di quota. Più sopra la contrada di Prato Nuovo. Parti antiche e parti ristrutturate in cemento. Dice l’anziana signora: «Io sono di Bruntino, abitiamo qui da tanti anni, dei muraglioni non sappiamo niente, se non le storie che si raccontano, che parlano delle grotte dove abitavano gli uomini preistorici. Sembra che sotto i muraglioni ci siano buche, forse dei collegamenti. Ma non so bene. Ogni tanto qualcuno sale, fa qualche domanda, ma non li conosco».

L’enigma della strada Taverna. Una strada importante, che deve il suo nome probabilmente a una bella taverna che accoglieva i viandanti. Forse si trovava nella località Castignola di Là dove ancora oggi si ammira un edificio che all’interno presenta un ampio vano lastricato, con un camino centrale. Sul portale, all’ingresso, si trova l’incisione con la data del 1507, la più antica data rintracciata nel territorio del comune di Brembilla.

Il percorso dopo Pratonuovo conduce alla contrada di Maroncella, di particolare suggestione. Quindi si sale fino al balcone del Tiglio e si toccano Castignola (da qui si raggiunge S. Antonio Abbandonato) e Muraca. Si raggiunge dopo un paio di chilometri tra i faggi il borgo di Catremerio, frazione contadina che ha conservato l’aspetto architettonico arcaico. Piazzetta e vicoli, case di pietra, ballatoi parlano di un’epoca che appare lontanissima, ma che era ancora ben viva fino a mezzo secolo fa. Il percorso continua, si raggiunge Cà Carletti, e quindi ci si spinge fino al valico del Crosnello. Oltre, per viandanti e per carovane di mercanti, per le comitive di escursionisti, si apre la Valle Brembana.

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