Tartufo record in Val Gandino
Oltre tre etti trovato sopra Leffe

Trecentocinquanta grammi e una dimensione ragguardevole, probabilmente da primato. Non nasconde la propria soddisfazione Giovanni Lanfranchi, che nei giorni scorsi ha trovato nei boschi sopra Leffe un pregiato esemplare di tartufo nero.

Trecentocinquanta grammi e una dimensione ragguardevole, probabilmente da primato. Non nasconde la propria soddisfazione Giovanni Lanfranchi, che nei giorni scorsi ha trovato nei boschi sopra Leffe un pregiato esemplare di tartufo nero.

“In Bergamasca - spiega Lanfranchi, 58 anni – ci sono buone possibilità di scoprire esemplari di questa qualità e da circa sei anni mi dedico alla ricerca nei boschi della Val Gandino. Non è un’attività semplice, ma è appassionante. Questo esemplare è sicuramente la mia maggiore soddisfazione”.

In effetti le proporzioni non sono consuete ed il primo ad accorgersene è stato il cane Billy, che sempre accompagna Lanfranchi. I cani sono particolarmente preziosi per la raccolta, dato che attraverso l’olfatto colgono la presenza dei tartufi nel momento della maturazione, quando il fungo assume il caratteristico sapore, ricercato per l’alta cucina.

“Ho chiesto conferme ad esperti e all’Associazione «Raccoglitori tartufi orobici» e raduna una cinquantina di appassionati della provincia. Le analisi hanno confermato che si tratta di un tuber melanosporum, varietà particolarmente pregiata di tartufo nero”.

Si tratta in sostanza della qualità più rinomata per i territori, come il nostro, dove è assente il tartufo bianco. Quello nero pregiato ritrovato a Leffe viene anche detto “Pèrigord”, mutuando il nome dalla zona dell’Aquitania, nel sud ovest della Francia, dove il “diamante nero” è diffuso e apprezzato.

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