Clinica Quarenghi a San Pellegrino
Nuovi posti letto e servizi alberghieri

Quattordici nuovi posti letto, in un piano completamente ristrutturato: l’Istituto clinico Quarenghi di San Pellegrino si amplia, con un intervento da 2,2 milioni di euro.

Negli spazi che un tempo erano la residenza della famiglia che ha fondato la clinica nel 1925, verrà inaugurata il primo dicembre la nuova Unità di degenza, destinata a ospitare i pazienti della Riabilitazione Neuromotoria, attualmente al piano primo: «Uno spostamento per disporre di un accesso più comodo e funzionale alle palestre riabilitative, situate allo stesso livello nell’ala nord della struttura», commenta Michèle Quarenghi, consigliere delegato e direttore generale, ricordando l’attenzione riservata agli ospiti: «Massimo comfort alberghiero».

L’opera di ampiamento è stata avviata nel dicembre dello scorso anno, al quarto piano dell’edificio liberty dell’Istituto clinico: sono stati ricavati 14 nuovi posti letto che si aggiungono agli attuali 100, oltre a ulteriori servizi e impianti, su un’area di 400 metri quadrati, per una spesa complessiva di 2,2 milioni di euro. «Obiettivo di quest’opera – evidenzia Michèle Quarenghi – è aumentare la capacità ricettiva, migliorare ulteriormente il comfort alberghiero dell’ospite, nonché la funzionalità dei reparti e dei servizi a disposizione». Il progetto ha visto, in primo luogo, la realizzazione, all’interno di un’area precedentemente adibita a servizi, di un nuovo reparto di otto camere «concepite secondo i più moderni standard progettuali e impiantistici: ciò ha contribuito a dare ancor più risalto all’impronta alberghiera che da sempre contraddistingue i confortevoli alloggi e gli eleganti ambienti di Villa Serena». La nuova unità di degenza ospiterà i pazienti della Riabilitazione Neuromotoria, attualmente degenti al piano primo dell’edificio: avranno accesso più funzionale alle palestre riabilitative, situate allo stesso livello nell’ala nord della struttura. Le camere del primo piano accoglieranno, invece, pazienti che desiderino soggiornare in regime privato (in proprio o usufruendo di assicurazioni sanitarie) sia provenienti da reparti ospedalieri per acuti, sia che necessitino di essere ricoverati per un periodo di convalescenza e cure, più o meno prolungato: «Disponendo del servizio alberghiero classe hotel reso da governanti e da camerieri di sala negli ampi ristoranti che affacciano, allo stesso livello, sul giardino interno», evidenzia ancora il direttore generale.

«L’innovazione tecnologica e i rapporti con il mondo scientifico e la ricerca – continua Quarenghi - hanno spinto sempre più l’Istituto a potenziare le dotazioni strumentali non solo in ambito riabilitativo, ma anche della diagnostica per immagini. Negli ultimi anni abbiamo sostenuto investimenti pari a 1,370 milioni di euro per la radiologia e la risonanza magnetica nucleare, un servizio interamente digitalizzato e di tecnologie così innovative da consentire una riduzione del 30% della dose di radiazioni ricevuta dal paziente e dei tempi di esecuzione degli esami».

Il trattamento riabilitativo proposto «è integrato e multidisciplinare, caratterizzato dalla compartecipazione di più professionalità - medici, neuropsicologi, fisioterapisti, infermieri e logopedisti - che, grazie ad un’azione sinergica e coordinata, assicurano una qualificata assistenza al paziente sia dal punto di vista clinico sia psicologico». Attualmente l’Istituto conta di circa 170 collaboratori, ma l’organico è destinato ad aumentare: «Si prevede di fatti, a regime, un incremento di ulteriori 10 unità, proprio a fronte dell’espansione che interesserà il nuovo reparto ed i relativi servizi», afferma Michèle Quarenghi. «L’équipe riabilitativa dispone di molti sistemi robotici, sempre più parte integrante del progetto riabilitativo individuale, dall’esoscheletro che permette la deambulazione assistendo gli arti inferiori, ai sistemi per l’equilibrio posturale utilizzato anche per la riabilitazione del tronco. E ancora, dispositivi per il recupero degli arti superiore, e la realtà virtuale che permette lo svolgimento di esercizi terapeutici in un contesto virtuale». Alla robotica si aggiunge una vasca terapeutica, attrezzata con dispositivi di movimentazione dell’acqua, utilizzata per il recupero di patologie neurologiche ed ortopediche.

«Significativa è anche la rete di relazioni che, negli anni, l’Istituto ha saputo creare con il mondo accademico e scientifico - conclude Quarenghi - impegnandosi sia in progetti di ricerca, sia in attività legate alla formazione, tanto da aver stipulato convenzioni con la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitazione dell’Università degli Studi di Pavia, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, con la Statale Sezione San Carlo e di Brescia, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché con l’Università degli Studi di Bergamo».

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