La seconda vita di un muratore in crisi
«Ora vendo 5.300 uova bio al mese»

La storia è quella del montanaro che non si arrende e che, in difficoltà col lavoro, ha trovato l’alternativa giusta. Peraltro senza guardare molto lontano, anzi, vicinissimo, nella stalla e nel pollaio che da sempre avevano mamma e papà.

L’allevamento di galline rosse ovaiole, nella parte alta di Corna Imagna, è quello di Dario Carminati, 47 anni, muratore (ma forse ancora per pochi mesi). Qui, su un’area in pendenza di circa 1.800 metri quadrati, razzolano 250 galline. Poco a valle il pollaio con le casette dove depongono le uova: 5.300 al mese, vendute a 50 centesimi l’una. Un prezzo che si giustifica perché le uova sono biologiche.

Dario Carminati fa il muratore, forse il primo mestiere di Corna Imagna. Qui si parte la mattina per i cantieri della bassa e si torna la sera. Tantissimi si sono costruiti la casa da sé, nei fine settimana. Ma l’edilizia è in crisi. Così Dario s’inventa «un’integrazione». «I miei genitori hanno ancora una stalla - racconta - dove tenevano vacche, conigli e galline. Da qui l’idea: realizzare un allevamento di galline, provare a vendere uova totalmente biologiche, come una volta».È il 2016 e il muratore si costruisce il pollaio, il ricovero per gli animali: inizia con un centinaio di galline.

«Sono tutte rosse ovaiole - racconta Dario - ora sono arrivato a 250. Oltre non vado perché la mia azienda diventerebbe industriale e dovrei dotarmi, soprattutto per l’imballaggio, di attrezzature più costose». Le galline sono sempre libere, niente a che fare con gli allevamenti intensivi della pianura dove gli animali sono tenuti alla luce artificiale per 24 ore in modo che continuino a produrre, e vengono alimentate solo a mangimi. Nel terreno di Carminati, invece, escono e si alimentano di quanto trovano nel prato. Galline ruspanti, quindi. Che producono uova dalle qualità nutrizionali decisamente superiori a quelle delle «colleghe» costrette nelle gabbie.

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