Nuovo showroom per «Bruno Moto»
E Almè rifà il campo in sintetico

Moto sfavillanti per ogni gusto ed esigenza: da Yamaha a Mv Agusta, da Kawasaki a Betamotor. Accessori e oggettistica all’ultimo grido e un servizio di assistenza pronto e professionale.

È il faraonico showroom «Bruno moto» realizzato ad Almè (su parte degli spazi della famiglia Trussardi) con l’entrata commerciale, decisamente ben visibile, a lato della Villa d’Almè-Dalmine. Duemila metri quadrati più un’officina di 1.000 metri quadrati che, a detta degli intenditori, diventa per il settore un punto di riferimento in Bergamasca.

L’inaugurazione è venerdì 15 gennaio (ore 19), la serata sarà presentata da Corrado Cacioli. Progettato da Roberta Micheli, in sinergia con lo staff dell’architetto Massimo Castagna, lo showroom (un investimento di 5 milioni) corona la passione per le due ruote del titolare Bruno Gotti. «Le moto sono sempre state la mia vita. Ho cominciato a 14 anni (adesso ne ha 54, ndr.) lavorando come dipendente in un’officina. A 20 anni mi sono messo in proprio realizzando nel tempo i negozi a Paladina, Petosino e Orio al Serio. Adesso ho deciso di riunire in un’unica struttura, con una trentina di collaboratori, le esperienze maturate a Paladina e Petosino».

Una scommessa dettata dalla passione e da un forte spirito imprenditoriale. «Dopo gli anni d’oro (dal 2004 al 2010) c’è stato un evidente declino. Il segno più è ricomparso nel 2015. Il nuovo showroom è uno stimolo ad affrontare il futuro con determinazione». La realizzazione degli spazi ha fruttato, in termini di oneri, 200.000 euro al Comune di Almè. «È una buona operazione - precisa il sindaco Luciano Cornago - sia in termini urbanistici perchè qualifica un capannone in disuso, sia per la possibilità che si apre sul territorio di investire nello sport».

L’operazione «Bruno moto» consente al campo sportivo «cadetto» di Almè in via Olimpia di cambiare pelle. Al posto del grigiore della renella sta prendendo consistenza un manto di erba sintetica di ultima generazione. Tanto moderno che, pur essendo il tappeto artificiale, avrà bisogno di un impianto di irrigazione per essere performante. «Finalmente – continua Cornago – dopo tanti anni, possiamo realizzare un’opera pubblica grazie agli oneri».n 
Bruno Silini

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