Un anno fa ferito in bici per le buche
«Attendo ancora il risarcimento»

Una lettera di un bergamasco che racconta la sua disavventura in bicicletta: un anno fa è caduto nella nostra provincia a causa delle buche nell’asfalto. Sta aspettando ancora il risarcimento.

«Prendo spunto dalle belle notizie che in questo periodo appaiono su «L’Eco». In riguardo al «proliferare» di ciclabili, sia nuove sia in prolungamenti, nella nostra provincia, nonché l’arrivo o lo sblocco di «soldoni» per la manutenzione e l’asfaltatura delle disastrate strade della nostra provincia, causa di pericolosi incidenti. Ma veniamo ai fatti».

«Sono un appassionato ciclista, settantenne, che un paio di volte la settimana, con alcuni amici, tutti di Almenno S. Salvatore, mi diverto a percorrere le nostre strade lombarde, sia in pianura che in montagna. Nella mattinata di sabato 18 luglio 2015, abbiamo deciso di arrivare sulle pendici di Valcava (dove ci sono le antenne della tv), via Almenno, Bedulita, Costa Imagna. Al ritorno, purtroppo per me, con asfalto a dir poco frastagliato di buche (foto), sento un rumore secco sul manubrio ed io che cado immediatamente davanti nel vuoto. Un istante dopo, aggrovigliato alla bici da corsa, mi ritrovo fermo, dopo una quindicina di metri, ferito e piuttosto dolorante: nel duro colpo dell’impatto ruota-buca, si era rotta la pipa che teneva il manubrio con conseguenze immaginabili. Prontamente soccorso dai miei compagni e medicato sommariamente da un gentile signore che abita nei paraggi, mi sono reso conto, dopo una visita medica seguente che, fortunatamente non avevo niente di rotto, seppure ancora oggi ho una spalla ancora dolorante».

«Mi sono quindi deciso di scrivere, in data 18 settembre, dopo il «ripristino», specialmente, dei danni fisici patiti, all’azienda di Bagnatica-Grumello del Monte, per fare presente la malaugurata rottura della «pipetta» e il relativo danno materiale. Per tutta risposta mi fanno sapere di essere «spiacenti dell’accaduto ma che l’articolo soggetto alla rottura (foto) non è di nostra produzione in quanto il marchio è stato acquisito nel 2009 ed il prodotto è molto più vecchio di questa data». Mi si scrive di rivolgermi alla ditta di Loria (Tv) che faccio nel mese di novembre. Telefonicamente mi chiariscono che l’azienda è da alcuni anni in liquidazione e che l’articolo è fuori commercio (garanzia?). Al che mi faccio promettere una chiara risposta scritta: la sto aspettando ancora adesso! Infine, il 3 dicembre, scrivo all’Anas Bergamo, con sede a Filago, per far presente che «cadendo anche per la malaugurata colpa dello stato pietoso della strada (foto), ho avuto un centinaio di euro di danni alla bicicletta, nonché la rovina di una divisa completa, la maglia di rete e il giubbetto antivento per un valore di altri 230 euro. Sono fatti che non dovrebbero succedere ed io oltre a sentirmi un po’ «miracolato», devo aggiungere anche la paura che ancora oggi mi persegue, tanto da abbandonare, almeno finora, la voglia di ritornare in bici».

«Sembra evidente che questi danni siano quantomeno imputabili allo stato della strada in essere (e meno male che qualche mese fa è stata rattoppata), causandomi la rovinosa caduta risoltasi fortunatamente senza peggiori conseguenze, visto il pericolo corso. In ragione di ciò chiedevo almeno il risarcimento dei danni materiali pari a 320 euro (abbigliamento 230 euro, parti meccaniche 90 euro). Ancora oggi resto in attesa di un cortese riscontro! Che abbia sbagliato indirizzo? Morale della favola: speriamo in altre ciclabili e in urgenti asfaltature. Per il momento, amici ciclisti, occhio alle… buche e alle «penne».

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