La tempesta «Vaia» un anno dopo
Sulle Orobie una ferita ancora aperta

A fine ottobre 2018 una violenta perturbazione attraversò tutto l’Arco alpino centro-orientale, devastando intere aree. Molto è stato fatto per recuperare e sistemare il patrimonio boschivo andato perduto. Ma molto, anche sulle Orobie, c’è ancora da fare.

Venti che soffiavano a oltre cento chilometri orari, così forte da provocare lo schianto di migliaia di alberi, soprattutto abeti, in tutto il Nord Italia, Bergamasca compresa. A un anno dalla tempesta «Vaia», che a partire dal 28 ottobre 2018 attraversò tutto l’Arco alpino centro-orientale, molto è stato fatto per recuperare e sistemare il patrimonio boschivo andato perduto. Ma molto, anche sulle Orobie, c’è ancora da fare. Nei mesi successivi alla tempesta nella Bergamasca la conta dei danni era di un milione e 896 mila euro. La stima era stata lunga e difficoltosa, perché alcune delle zone colpite si trovavano in quota, in zone non facilmente raggiungibili. L’area più colpita era stata la Valle Brembana, con 958 mila euro di danni e almeno diecimila alberi danneggiati o abbattuti tra i territori di Branzi, Carona, Isola di Fondra, Piazzatorre, Roncobello e Valleve; con 477 mila euro seguiva l’area soggetta alla Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi; con 401 mila la Comunità Montana della Valle Seriana e con 60 mila la Valle di Scalve.

Com’è la montagna oggi, guarda il video di Luca Belingheri girato sopra il bosco Sukunaltro.

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