Albino, otto marzo con scuola chiusa
La preside: non potevo fare altrimenti

«Il disagio è stato grande», ammette la dirigente scolastica costretta a sospendere le lezioni a causa dello sciopero delle bidelle. «Non si poteva sostituire il personale: sarei stata denunciata per comportamento antisindacale».

Quattro collaboratrici scolastiche incrociano le braccia e la scuola primaria «Bulandi» di Albino chiude. È accaduto martedì 8 marzo in seguito all’adesione del personale non docente allo sciopero indetto dallo Slai Cobas per evidenziare le condizioni di vita e di lavoro delle donne.

«Ad Albino la festa della donna si festeggia facendo sciopero» scrive un lettore, Marco Carrara, segnalando che venerdì 4 marzo la dirigente scolastica ha comunicato alle famiglie che, non potendo garantire la sicurezza degli alunni, la scuola sarebbe rimasta chiusa. «Pensate lo stupore e il panico delle famiglie nel doversi organizzare per lasciare il figlio a nonni o parenti, vicini di casa o prendendo un giorno di ferie. Circa 250 studenti a casa in vacanza forzata e i relativi insegnati impossibilitati a svolgere il proprio lavoro».

La dirigente scolastica dell’istituto comprensivo «Solari» riconosce che il disagio è stato pesante: «Oltre che per le famiglie anche per una quarantina di insegnanti che hanno preso servizio negli altri plessi – ha dichiarato ieri pomeriggio Veronica Migani –. Appena è arrivata notizia dello sciopero e abbiamo saputo che il personale delle collaboratrici scolastiche aderiva, ho provato a far cambiare loro idea; lunedì 7 sera sembrava che lo sciopero potesse venire revocato. Alla fine non si è potuto che chiudere la scuola, unico plesso dei nove che dirigo che si è trovato in questa situazione». D’altronde il dirigente non avrebbe potuto sostituire il personale: «Potrei essere denunciata per comportamento antisindacale» conferma Migani.

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