Don Martino, il regalo per il 65°?
Gli affreschi nel «suo» Patronato

L’annuncio evangelico, la dedizione per i ragazzi del Patronato e la cultura bergamasca (o bergamaschità, come lui ama definirla) sono i tratti distintivi di don Martino Angelo Campagnoni che festeggia i 65 anni di sacerdozio, 55 dei quali a servizio della comunità di Clusone che lo accolse nel 1961, dopo 10 trascorsi al Patronato a Bergamo.

Per il 65° di ordinazione, nell’anniversario della sua prima Messa celebrata a Volpino, venerdì 20 maggio la comunità baradella e tutto il Patronato San Vincenzo festeggeranno don Martino Campagnoni nella chiesa di San Pietro apostolo, dove verranno benedetti gli affreschi realizzati dall’artista clusonese Mario Carubia, un tempo studente di don Martino. Raffigurano 29 fra Santi e Beati di nascita bergamasca tra cui il Beato Alessandro Dordi, Papa San Giovanni XXIII, San Narno.

Una «vita in salita» quella di don Martino che, nato il 4 gennaio del 1927, perse la mamma a tre anni e mezzo e il padre a 9. «Quando fui ordinato nel ’51 il vescovo Bernareggi mi disse che la mia destinazione era naturale perché ero cresciuto al Patronato, e lì avrei trascorso la mia vita e così è stato. A luglio del 61 mi mandarono a Clusone temporaneamente e qui sono rimasto 55 anni – ricorda don Martino –. In questi anni i ragazzi sono stati la mia casa, la mia vita, tengo particolarmente al corso dedicato ai ragazzi diversamente abili, da me fortemente voluto».Guida per i ragazzi e punto di riferimento per la comunità, don Martino ha impegnato il suo tempo libero nella ricerca e nello studio della cultura, dell’arte e della storia di Bergamo e provincia, scrivendo 16 libri: «Faccio riferimento ai due miracoli della moltiplicazione dei pani e dei pesci, nel primo si parla di un avanzo di 12 sporte, nel secondo di 7, spero di riuscire a raggiungere 19 pubblicazioni».

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