Ospedali di Piario e Lovere
Via alle vaccinazioni anti Covid

Al «Locatelli» le somministrazioni per tutto il personale dei due presidi ospedalieri. Martedì 12 gennaio la prima dose a un centinaio di operatori. La direttrice Lanfranco: «Prima fase conclusa in settimana».

Siamo lontani dai numeri di pazienti Covid di marzo e aprile quando gli ospedali del territorio erano sotto pressione, oggi nelle strutture dell’Asst Bergamo Est la situazione è sotto controllo, ma l’attenzione resta alta mentre proprio ieri a Piario ha preso il via la campagna di vaccinazione per il personale dei due presidi l’Antonio Locatelli di Piario e l’ospedale S.S. Capitanio e Gerosa di Lovere. Significativa l’adesione tra gli operatori: oltre l’80% ha scelto di vaccinarsi. Monica Bianchi, tecnico sanitario di radiologia di Piario, la prima operatrice a ricevere il vaccino al Locatelli. All’avvio della campagna era presente anche Patrizia Lanfranco, nuovo direttore medico degli ospedali di Piario e Lovere che è entrata in servizio il 1° gennaio 2021. «Ho riscontrato sin da subito un clima di grande appartenenza e di collaborazione nei due presidi – ha detto Lanfranco, classe 1968, medico chirurgo specializzata in Igiene, epidemiologia e sanità pubblica, in precedenza dirigente medico all’Asst di Monza. –. Il nostro obiettivo è leggere le esigenze del territorio e dare risposte sia in termini di emergenza Covid sia per altre patologie».

Sinergie in atto

Piario è stato individuato come location per la somministrazione dei vaccini sia per il personale del Locatelli sia per quello di Lovere. «Grazie alla sinergia delle direzioni mediche siamo riusciti ad avviare la campagna a Piario. Abbiamo trovato una grande sensibilità tra i nostri operatori sanitari che sono molto motivati sia per l’immunizzazione personale sia per un valore etico aggiunto di protezione della comunità. Siamo oltre l’80% circa di adesioni e dovremmo terminare entro la settimana», spiega la dottoressa Lanfranco.

Ieri mattina sono stati un centinaio gli operatori che hanno ricevuto la prima dose di Cominarty, nome commerciale del vaccino Pfizer-Biontech, mentre nei prossimi giorni proseguiranno le vaccinazioni a un ritmo di 30 nei giorni infrasettimanali e 50 al dì sabato e domenica. Diversi gli operatori coinvolti per le vaccinazioni che si svolgono in due spazi al piano terra del Locatelli. «La squadra impegnata è composta da operatori vaccinali, medicina del lavoro, infermieri di vecchia e nuova formazione, direzioni mediche di presidio e infettivologi», aggiunge Lanfranco.

Prosegue poi nell’intera Asst Bergamo Est la campagna vaccinale avviata il 4 gennaio raggiungendo non solo dipendenti delle strutture ma anche medici di base, personale del soccorso, Rsa: «Sono circa 1.650 le dosi somministrate direttamente alle quali se ne aggiungono 1.200 distribuite alle strutture sul territorio – spiega il direttore sanitario dell’Asst Bergamo Est, Gabriele Perotti -. Entro il 18 di gennaio concluderemo la prima fase di vaccinazione, raggiungendo entro tale data le 7.000 dosi somministrate».

I numeri dagli ospedali

I presidi dell’Asst Bergamo Est, sotto pressione nella prima ondata, oggi sono comunque impegnati nella lotta al Covid con diversi pazienti ricoverati nelle strutture, che non sono però in sofferenza. A Piario e Lovere dove dal 3 gennaio a ieri erano presenti dai 6 agli 8 pazienti positivi (acuti) la situazione è sotto controllo: «Ci sono ancora pazienti ricoverati – ha precisato Lanfranco - il livello di attenzione è alto. Non dobbiamo abbassare la guardia».

La situazione Covid nelle strutture dell’Asst Bergamo Est negli ultimi giorni (dal 3 gennaio), da Seriate, Alzano, Piario, Lovere e Gazzaniga resta contenuta: i ricoverati in terapia intensiva a Seriate sono passati da 2 a 1 (dal 5 gennaio e così fino a ieri), mentre gli acuti suddivisi tra le varie strutture oscillano tra i 35 e i 41 complessivi, con Seriate con 17 acuti salvo un giorno con 21 e uno con 19. Cambia però la provenienza dei malati: rispetto alla fine del 2020, dove i pazienti provenivano soprattutto dalla provincia di Milano e da Monza e Varese, ora sono prevalentemente bergamaschi.

«Abbiamo garantito alcuni posti Covid in ciascun presidio – precisa Perotti – per non penalizzare le attività ordinarie che siamo chiamati a garantire abbiamo ritenuto di distribuire secondo vari livelli di gravità i reparti Covid in tutti i presidi. In questi ultimi giorni abbiamo visto un incremento dei pazienti bergamaschi».

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