Riecco le croci a terra
per i single di Ardesio

Le croci dipinte lungo le strade dinnanzi a tanti portoni vogliono indicare, secondo una tradizione secolare, che lì vive o uno zitello o una zitella.

Sono le otto di venerdì 4 marzo. Da un bus scende un gruppo di pellegrini giunti ad Ardesio per pregare nel santuario della Madonna delle Grazie. Fatti pochi passi per le vie del centro storico, si fermano incuriositi ad ammirare tante croci bianche dipinte con la calce sulle strade. «Forse qui si ricordano in questo modo e in questo periodo i defunti?» si chiedono alcuni. La risposta viene loro data da un attempato ardesiano che, sorridendo, spiega: «Niente di tutto questo, le croci dipinte lungo le strade dinnanzi a tanti portoni vogliono solo indicare, secondo una tradizione secolare, che lì vive o uno zitello o una zitella». A questa spiegazione fanno seguito gustose risate da parte dei pellegrini, provenienti da un paese della Bassa bergamasca. Sì perché è tradizione, ad Ardesio, che a mezza Quaresima un gruppo di persone, che nessuno conosce, quasi come folletti girino di notte con pennelli e latte di calce per tutto il centro storico: sicuramente conoscendo gli zitelli del paese, dipingono davanti alle loro abitazioni queste croci bianche. «Un tempo – afferma Delfo Moioli – erano di due colori: rosa quelle per le zitelle e bianche quelle per gli zitelli. Ora sono tutte bianche».

Cambia, però, la misura. Sono contenute quelle degli zitelli o zitelle ancora abbastanza giovani e che, di conseguenza, hanno ancora la possibilità di maritarsi. Le croci si fanno sempre più grandi in proporzione all’età degli zitelli, fino a diventare sempre più lunghe e a finire addirittura in un tombino quando l’età è tale che per loro non esiste ormai più alcuna «speranza» di trovarsi un compagno. Naturalmente, qui nessuno si arrabbia. Tutti ormai sanno che questa è una simpatica tradizione di cui per alcuni giorni si discute in tutti i pubblici esercizi.

Quest’anno la croce più grande è stata dedicata al gestore e alle sue due sorelle che gestiscono l’Albergo Bigoni, che si affaccia su piazza Bonvicino Moretto. Sempre in piazza, comunque, una delle croci più grandi è sempre quella dedicata alla Cèchi, commerciante del paese, che dice: «Questa croce, che di anno in anno si fa più lunga, è dovuta al fatto che sono tra le zitelle più anziane di Ardesio. Spero che in avvenire mi dipingano ancora tante croci. Certo, mi piacerebbe conoscere i birboni che le dipingono, potrei offrire loro un caffè». I «pittori» notturni non hanno dimenticato proprio nessuno. Tanto è vero che una croce di discrete dimensioni è stata dipinta anche davanti alla porta del sindaco Alberto Bigoni.

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