Amici da sempre
in tre città diverse

Andrea Allieri, trentenne di Bergamo, laureato all’Università degli studi di Bergamo in Economia aziendale e Direzione amministrativa, che da due anni vive e lavora in Lussemburgo, ricorda col sorriso una delle tante esperienze vissute con Fabio Pandolfi, 28 anni, nato e cresciuto a Bergamo, laureato anch’egli presso l’Università degli studi di Bergamo in Ingegneria gestionale, che da due anni vive e lavora in Germania, e Giancarlo Villani, ventinovenne di Gorle, laureato in Comunicazione sempre presso l’Università degli studi di Bergamo, che da un anno e dieci mesi vive e lavora a Londra.

«L’esperienza più bella che abbiamo vissuto insieme è sicuramente la vacanza in Portogallo, nell’estate del 2015. Siamo arrivati in aereo a Porto e poi siamo andati in auto fino in Algarve. È stata una bellissima vacanza, on the road, con miliardi di risate e isterismi che ricordo ancora come fossero ieri, e una foto vicino allo stadio del Benfica, messi come se fossimo in barriera, aspettando una punizione di un “certo” Eusebio».

Andrea Allieri, trentenne di Bergamo, laureato all’Università degli studi di Bergamo in Economia aziendale e Direzione amministrativa, che da due anni vive e lavora in Lussemburgo, ricorda col sorriso una delle tante esperienze vissute con Fabio Pandolfi, 28 anni, nato e cresciuto a Bergamo, laureato anch’egli presso l’Università degli studi di Bergamo in Ingegneria gestionale, che da due anni vive e lavora in Germania, e Giancarlo Villani, ventinovenne di Gorle, laureato in Comunicazione sempre presso l’Università degli studi di Bergamo, che da un anno e dieci mesi vive e lavora a Londra. Un’avventura che descrive perfettamente l’amicizia che li lega nonostante la distanza. Un rapporto solido, fatto di viaggi, calcio, birra e divertimento, che è nato a Bergamo e che ora continua all’estero.

«Noi tre – continua Andrea – ci siamo conosciuti non prestissimo. Ho conosciuto prima Fabio. Sapevamo entrambi chi era l’altro, per amicizie in comune, e ci salutavamo, poi una sera, non saprei dire il perché, Fabio si è avvicinato e mi ha detto che aveva deciso di andare a Londra un mese per ottenere un certificato di lingua inglese, lo Ielts, e io gli ho risposto, dal nulla, magari senza che se l’aspettasse, che l’avrei seguito. Da lì la nostra vera amicizia è iniziata, nel lontano 2011».

«Con Giancarlo invece – racconta Fabio – è stato un inserimento graduale. Anche con lui ci si conosceva già, ma il fattore scatenante è stato il calcetto, grazie a partite giocate insieme perché invitati da amici comuni. Quindi direi che dal calcio e dalle birre sono partite le mie due amicizie più grandi». Andrea a Giancarlo concordano. «Da lì – conferma Giancarlo – non ci siamo più separati». «Eravamo sempre in contatto – spiega Andrea –, uscivamo sempre assieme, andavamo al cinema, in centro, in discoteca e a giocare a calcio. Ora, ovviamente, è cambiata la frequenza del vederci, ma solo quella». Anche ora infatti sono sempre in costante contatto e continuano a vedersi, in giro per il mondo però.

«Al giorno d’oggi – continua Giancarlo – Ryanair e WhatsApp aiutano molto. Andrea e Fabio sono venuti a Londra e io sono andato spesso ad Amburgo e in Lussemburgo. Ci sono voli super economici su queste tratte e una volta lì non paghi l’alloggio, quindi vedersi a basso costo non è impossibile. Ogni tanto ci vediamo anche in altri posti del mondo e facciamo un weekend insieme. E poi, anche se, ovviamente, ci vediamo poco, il nostro gruppo di Whatsapp permette di mantenerci in contatto quotidianamente, scambiandoci foto, messaggi e video, e parlando di tutto». «Alla fine – dice Andrea – il detto “la distancia separa cuerpos, no corazones” è proprio vero».

Il ragazzo di Bergamo lo dice in spagnolo perché la Spagna e l’amore per tutto ciò che la riguarda è un’altra delle numerose cose che i tre amici hanno in comune. «Abbiamo sangue ispanico – scherza Fabio –, poiché tutti e tre abbiamo fatto l’Erasmus in Spagna durante l’università. Io a Siviglia, nel 2012, Andrea a Tenerife, sempre nel 2012 e Giancarlo a Granada, nel 2013». «Sì, e nemmeno a farlo apposta – racconta Andrea –, poi, ce ne siamo andati tutti assieme dall’Italia. Il primo a essere andato all’estero per lavoro è stato Fabio, a maggio 2016, seguito da me, 2 mesi dopo, e da Giancarlo, 3 mesi più tardi, ad agosto». Tutti e tre si sono trasferiti all’estero per avere un percorso di crescita, sia personale che lavorativo. «Avevo voglia di nuove sfide – continua Andrea – e di migliorare la mia posizione lavorativa e ciò è stato possibile in Lussemburgo, dove ora vivo e lavoro per la Ferrero, ricomprendo la posizione di Internal Auditor. Il lavoro consiste nel viaggiare presso tutte le Ferrero del mondo e verificare che le procedure di Gruppo siano correttamente implementate e tutti i rischi di business siano coperti da controlli effettivi al fine di evitare frodi, mala gestione o perdita del valore del brand»

«Io, invece – racconta Giancarlo – sono partito per imparare meglio l’inglese, ma una volta arrivato a Londra ho deciso di fermarmi di più e dopo aver lavorato come porter in un albergo, a dicembre 2016 sono stato assunto come Marketing & Sales per Holiday Inn Camden. In seguito, nel novembre 2017 , ho colto questa occasione per Getech a Covent Garden, dove ora sono nel team Marketing». «Mentre io – spiega Fabio –, anche se sono molto legato a Bergamo, mi sono trasferito perché ritengo sia importante per la mia crescita lavorativa. Inoltre è il lavoro che sognavo di fare, per una multinazionale bergamasca, come me, in ambito supply chain. Un’azienda e una mansione che rispecchiano pienamente ciò che sono, visto che lavoro per RadiciGroup, che è fortemente legata al territorio bergamasco, dove oltre 75 anni fa è nata, ma che incentiva percorsi di crescita professionale a livello internazionale per i suoi dipendenti». Ma, anche se nelle rispettive città vivono bene, i tre giovani tornano a casa, a Bergamo, appena possono, e per il futuro, anche se non immediato, vorrebbero rientrare stabilmente in Italia. «Di Bergamo – dice Andrea – mi mancano la famiglia e gli amici, che riesco a vedere solo 5-6 volte all’anno, poi la polenta, i casoncelli, gli aperitivi del venerdì sera e soprattutto il caldo e il sole estivo, che mi permetteva di fare uscire in moto in Città Alta. Voglio, un giorno, avere una buona posizione lavorativa in Italia e rientrare. Questo senza dubbio. L’Italia resta sempre l’Italia». «Anche a me – continua Fabio – mancano clima, cibo e affetti. Io torno abbastanza spesso, diciamo 1 weekend al mese in media, solo per 2-3 giorni ogni volta, quindi cerco di concentrare tutto in poco tempo: la famiglia, gli amici e viversi Bergamo, cose semplici, ma a cui non posso rinunciare. E, essendo un grande tifoso dell’Atalanta, vado allo stadio». «Io – conclude Giancarlo – riesco a tornare a casa con regolarità, il mio lavoro me lo permette. In futuro voglio tornare fisso in Italia, ma non nel breve periodo, sono ancora giovane e sarei anche pronto per un’altra esperienza all’estero». Presto, quindi, ma forse non troppo, Andrea, Fabio e Giancarlo vorrebbero tornare a vedersi ogni giorno e, magari, a mettersi in barriera per difendere la porta della loro vecchia squadra di calcio da un calcio di punizione di un avversario.

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].

© RIPRODUZIONE RISERVATA