Un robot insegna la tecnologia ai bimbi
La loro start up a Londra vale 5 milioni

«Cubetto» è un robot che avvicina i bambini alle logiche della programmazione. Oggi è venduto in 46 Paesi nel mondo e la società che lo ha ideato, «Primo», vale 5 milioni di euro. Solo due anni fa «Cubetto play set» era un progetto nella testa di Filippo Yacob e Matteo Loglio, rispettivamente 26 e 25 anni, bergamaschi doc, che oggi vivono a Londra.

«Io e Matteo – racconta Filippo Yacob via Skype – giocavamo insieme da piccoli nella squadra di hockey degli “Hornets” di Zanica. Insieme andavamo a fare skateboard in piazza Dante. A scuola eravamo un po’ “scalmanati”: quello che ci insegnavano non sembrava rispondere alle nostre curiosità e così non davamo il massimo».

Poi le strade di Filippo, papà americano e mamma trentina ma con radici bergamasche, e Matteo si dividono: Filippo si trasferisce a Londra a 13 anni. «Ho fatto le scuole a Londra – ricorda – e mi sono laureato in Giurisprudenza. Poi ho avviato delle attività editoriali e una catena di co-working per start-up nel campo tecnologico. Di Matteo avevo perso le tracce. Lui ha proseguito i suoi studi a Bergamo: prima il liceo scientifico al “Lussana” e poi la laurea in Design industriale al Politecnico di Milano. Si è specializzato a Lugano in Interaction design ed è andato a lavorare alle Officine Arduino a Torino con Massimo Banzi».

Filippo, sempre a caccia di nuove idee, ripesca su Facebook l’amico d’infanzia, attirato da un suo prototipo universitario che univa appunto educazione e tecnologia. Da lì un incontro al «The Fox pub» di Kingsland Road a Londra e l’idea di unire le forze creative e imprenditoriali per sviluppare il loro progetto. Così è nato «Primo» e la sua missione è quella di insegnare ai bambini le logiche della programmazione facendoli giocare con cose vere, che si toccano, si scompongono e ricompongono secondo la creatività di ciascuno. Il gioco è composto di fatto da un set di oggetti in legno: un «Cubetto» robot, una scatola (board) di comando, un pacchetto di mattoncini d’istruzione colorati che, inseriti in varie sequenze, permettono al «Cubetto» di muoversi nello spazio. Ogni sequenza d’istruzione corrisponde a un algoritmo semplice: il bambino (è pensato per una fascia d’età dai 4 agli 8 anni) può così vedere nel movimento di «Cubetto» gli effetti dei suoi comandi in sequenza.

Il gioco è stato ideato totalmente da un giovane team di ingegneri e compatibile con il sistema Arduino, una piattaforma elettronica open-source basata su hardware e software facili da usare e sempre implementabile. Per Filippo e Matteo non resta che il «piccolo» dettaglio di trovare i finanziamenti per la loro start up.

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a [email protected] o cliccate qui.

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