Rinascere saggi

Se non fosse di dubbio gusto, bisognerebbe proclamarla «Malattia dell’anno 2016» visto che, quanto e più delle epidemie mondiali di un tempo, investe tutta la popolazione, risparmiando - forse - i più giovani che tuttavia, per i loro comportamenti a rischio, si dispongono a diventare futuri malati.

Il morbo di cui parlo si chiama «Stanchezza mentale» o «Mental exhaustion» secondo la definizione inglese che, diciamolo, fa molto più figo, tanto che par quasi un piacere essersi beccato il malanno. E invece dovremmo preoccuparci, perché la stanchezza mentale oltre che malattia in voga è minaccia tipica dei tempi. Cresce, la minaccia, in queste giornate organizzate in modo talmente caotico e frenetico che, tutti, abbiamo la sensazione di non avere abbastanza tempo per portare a compimento gli impegni previsti.

Per fortuna, abbiamo Internet che, pur contribuendo alla stanchezza mentale bombardandoci di informazioni, stimoli e provocazioni più o meno significative, di tanto in tanto fornisce qualche soluzione. Al nostro caso, fa gioco un recente articolo intitolato «Cinque modi di superare la stanchezza mentale».

Per onestà, devo confessare che la lettura del titolo di cui sopra ha provocato in me, se possibile, un aumento della stanchezza mentale e non, come sarebbe stato lecito attendersi, una diminuzione. «Cinque!» è stato l’intimo sobbalzo, «e chi ha tempo di imparare cinque cose?».

Comunque sia, per il benessere di tutti, ecco i cinque sistemi suggeriti dall’articolo: 1) Cogliere piccole opportunità per riposare la mente, 2) Ridurre l’eccesso di input sensoriali, 3) Autorizzarsi al relax, 4) Non sopravvalutare la quantità di impegni che pensiamo di poter affrontare in un giorno, 5) Dare priorità ai lavori che rendono di più in termini di benessere.

Insomma: smettere di vivere come viviamo. Il che, più che una cura, mi sembra un programma: quello di rinascere più saggi.

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