Scusate se è poco

Appena pochi giorni fa, una decina o giù di lì, Twitter ha festeggiato il suo decimo compleanno. Poiché il servizio espresso di messaggistica online si vanta di avermi tra i suoi utenti, il giorno del compleanno mi ha mandato una mail di ringraziamento: “Non ce l’avremmo fatta senza di te”. Lo so: tutti gli iscritti hanno ricevuto la mail e tutti avranno sorriso nel riceverla.

Nel mio caso, è stato un riso particolarmente insistito perché - i mittenti della mail ne siano consapevoli - Twitter ce l’avrebbe fatta benissimo anche senza di me. Il volume del mio traffico di “tweet” è insignificante: uno al giorno o giù di lì. Twitter dovrebbe invece chiedersi se ce l’avrebbe fatta se tra i suoi utenti fosse mancato @VENETHIS, proprio scritto così, tutto maiuscolo. Egli – o ella? non lo sappiamo – è infatti di gran lunga l’utente più prolifico: circa 40 milioni di “tweet” dal giorno della registrazione, nell’agosto del 2009.

I numeri sembrerebbero affermare che @VENETHIS ha molto da dire e pochissimo da ascoltare: è seguito da 43mila persone, ma in cambio ne segue soltanto 34. Che cosa abbia precisamente da dire non è facilissimo stabilirlo: @VENETHIS infatti twitta solo ed esclusivamente in giapponese. Chi si è preso la briga di tradurlo sostiene che, in realtà, da dire ha ben poco, quasi niente. I suoi “tweet” riguardano soltanto giochi online, come “Splatoon” della Nintendo, e sono del tutto privi di riferimenti concreti, geografici e fattuali. Mai che @VENETHIS ci dica se è uscito a cena, che cosa pensa del terrorismo internazionale o se andrà a votare alle elezioni locali: la sua “voce” è virtuale come virtuali sono gli argomenti di cui parla.

Chissà perché non suona poi tanto sorprendente che il più logorroico utente di Internet non abbia in realtà niente da dire. Forse è il risultato dell’azione di una nascosta legge naturale: più raffinato il mezzo di comunicazione, più futile il contenuto. Ecco, questo avevo da dire oggi: scusate se è poco, ma è il mezzo che mi frega.

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