Muore la madre, salta la vacanza
E arriva un risarcimento beffa

Un rimborso di 200 euro contro i 3.181 spesi per una vacanza prenotata ma «saltata» a causa della malattia grave (tanto da portare alla morte) di un familiare. È il caso, triste e sconcertante, di una giovane coppia di Bonate Sopra, alla quale non è rimasto altro da fare che rivolgersi al Movimento Consumatori di Bergamo per cercare di vedere tutelati propri diritti.

«Sono tanti i casi di vacanzieri che si rivolgono a noi per diversi motivi – sottolinea il responsabile del Movimento Consumatori di Bergamo, Enea Guarinoni – ma questa storia fa emergere un atteggiamento e un modo di comportamento da parte della compagnia assicuratrice proposta dall’agenzia di viaggio che ignora i sentimenti della gente, senza cuore».

Ma ecco i fatti. La giovane coppia di fidanzati di Bonate Sopra decide, la scorsa primavera, di prenotare una vacanza estiva con meta le spiagge di Marsa Alam, in Egitto. Due settimane dal 16 al 30 agosto per un costo, tutto compreso, di 3.181 euro. Al momento dell’acquisto del pacchetto turistico viene sottoscritta una polizza assicurativa, che rimborserà in caso di «malattia grave, infortunio grave o decesso dell’assicurato, del coniuge, del convivente, di figli, fratelli, sorelle, genitori, suoceri, generi, nuore».

Nel mese di giugno la mamma della ragazza accusa uno strano malessere, per il quale è necessario ricoverarla all’ospedale Bolognini di Seriate. Dieci giorni dopo arriva un primo referto medico che non preannuncia nulla di buono: i sanitari sospettano una forma tumorale. Proseguono gli esami e, anche a seguito di un aggravamento, la signora viene ricoverata nuovamente il 7 agosto. Due giorni dopo la diagnosi è definitiva: «Neoplasia cefalopancreatica», un tumore al pancreas. La famiglia finisce in preda allo sconforto, e naturalmente la figlia rinuncia alla vacanza per assistere la madre. Due giorni dopo invia una lettera alla compagnia assicurativa, informando dello stato di salute della congiunta.

L’assicurazione risponde richiedendo l’invio di cartelle cliniche e referti medici. «Il contratto è esplicito – dice ancora Guarinoni –: la grave malattia di un congiunto prevede il rimborso fino al 75% della somma spesa. Tutta la documentazione sanitaria viene inviata. Un mese dopo si aggiunge un ultimo documento: è il certificato di morte della signora, avvenuta il 25 settembre». L’epilogo di questa storia lascia, oltre che una famiglia in lutto, l’amaro in bocca. La compagnia assicurativa infatti decide di riconoscere un rimborso pari a poco più di 200 euro a fronte dei 3181 spesi, adducendo il motivo che la notizia della grave malattia non sia stata comunicata tempestivamente: «Oltre alla palese violazione di una norma contrattuale – conclude il responsabile del Movimento Comsumatori – siamo di fronte a un atteggiamento cinico, tale da suscitare indignazione in tutti noi. Abbiamo inviato una lettera di tutela alla compagnia assicuratrice e, se non si troverà un accordo, proseguiremo nella difesa della coppia che si è vista ledere i propri diritti contrattuali. Ma, soprattutto, ha visto ignorare il proprio dolore per la perdita di una persona cara».

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