Pontirolo, crollano le estrazioni
nelle cave: casse comunali in crisi

Crolla l'attività di escavazione a Pontirolo, notoriamente il «paese delle cave». Un bene per il Comune? Non proprio. Le cave, se da un lato sono una «ferita» per il territorio, dall'altro costituiscono una fonte di reddito molto importante per gli enti locali: ne sa qualcosa proprio Pontirolo, nelle cui casse comunali, grazie all'attività di escavazione, finiscono annualmente circa 200 mila euro (0,40 centesimi per ogni metro cubo scavato).

Almeno fino all'anno scorso, quando dalla Regione è stato approvato il nuovo piano cave provinciale: da allora nelle cave sul territorio pontirolese si è sostanzialmente smesso di scavare, causando un calo delle entrate che sta creando non poche difficoltà al Comune.

I motivi? La crisi del mercato immobiliare e quindi il ribasso della richiesta di ghiaia per costruire. La scelta di alcuni cavatori di delocalizzare in altri siti di estrazione la propria attività di scavo. Oppure semplici errori formali, come nel caso della cava Co.Gest, alla quale la Regione ha imposto l'obbligo di scavare in asciutto sebbene già da anni stia effettuando l'attività di escavazione in falda. Sul territorio di Pontirolo si trovano quattro ambiti territoriali di estrazione (Ate).

Dopo l'approvazione, nel maggio 2008, del piano cave provinciale, per iniziare a scavare i cavatori dovevano presentare la richiesta di autorizzazione alla Provincia, dopodiché convenzionarsi con il Comune. «Da allora però nulla si è mosso» afferma il sindaco Pierangelo Bertocchi.

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