Venerdì 04 Dicembre 2009
Prostitute con le microspie
Il racket diventa tecnologico

E' quanto hanno scoperto i militari grazie alla collaborazione di una delle lucciole, che, decisa a sfuggire ai suoi carcerieri, ha rivelato un particolare sconcertante: i suoi sfruttatori l'avevano obbligata a portare addosso una microspia allo scopo di mantenerla sempre soggiogata, per ascoltare a distanza ogni parola anche durante gli incontri con i clienti, impedire che fossero occultati i guadagni (fino a 15.000 euro al mese a ragazza) e scoraggiare rivelazioni pericolose durante i controlli di polizia.
Durante la perquisizione nell'abitazione dei due stranieri, destinatari di provvedimento cautelare spiccato dalla Procura della Repubblica di Bergamo per i reati di riduzione in schiavitù e rapina aggravata, sono state trovate altre due microspie, pronte all'uso per altre ragazze, e un paio di manette. Il 22enne è stato rinchiuso nel carcere di Bergamo a disposizione dell'autorità giudiziaria.
k.manenti
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