Pediatri, è boom di assistiti
«Manca ricambio generazionale»

In Bergamo e provincia ogni pediatra di famiglia assiste mediamente un migliaio di pazienti. Analizzando i dati attuali, infatti, i 126 pediatri di famiglia sparsi sul territorio assistono in totale 121.657 bambini e ragazzi (età massima 14 anni), il che porta ad una media di 965 assistiti per pediatra. La media si abbasserà però a breve, visto che sono in arrivo sette nuovi pediatri. Mettendo da parte i valori medi e passando a quelli assoluti, diciannove pediatri hanno in elenco singolarmente un record di oltre 1.300 assistiti, un’altra sessantina superano il tetto delle 1.000 persone. Il minor numero di assistiti (meno di 800) spetta a venticinque pediatri.

I dati sono emersi durante un convegno promosso dall’unità operativa di Pediatria degli Ospedali Riuniti di Bergamo e dalla sezione bergamasca della federazione italiana medici pediatri (Fimp), in collaborazione con Humana, «per rinnovare e rinforzare il rapporto di collaborazione tra le nostre due realtà - hanno osservato la pediatra Chiara Pezzini, referente provinciale animatori di formazione dei pediatri di famiglia, e Valentino Conter, da pochi mesi primario della Pediatria ai Riuniti -, mettendo in comune le varie conoscenze e specializzazioni. Un lavoro integrato, un fare rete per raggiungere l’obiettivo che sta a cuore ad ognuno di noi: la salute dei bambini. In questo senso - osserva Conter - i Riuniti stanno mostrando molta sensibilità, anche in vista del trasferimento nel nuovo ospedale».

Ezio Finazzi, segretario provinciale Fimp, sottolinea che «l’alto numero di assistiti da parte di molti pediatri dipende anche dal fatto che dalle scuole di specializzazione escono sempre meno pediatri e questo fa sì che si soffra di un ricambio generazionale. Su 41 Ambiti presenti nella Bergamasca - prosegue Finazzi - 38 sono coperti in modo soddisfacente dai pediatri di famiglia, ma tre ne restano fuori: due in Alta valle Brembana e uno in Val di Scalve. Le presenze maggiori si registrano negli Ambiti più metropolitani: Bergamo (20 pediatri), Dalmine (16) e Ponte San Pietro (15)».

Sempre più pediatri scelgono di lavorare in gruppo. Attualmente 74 lavorano singolarmente, 21 lo fanno in gruppo (almeno due pediatri condividono una unica sede), mentre 31 in associazione (operando in sedi distribuite coerentemente sul territorio). Poi l’analisi da parte di Conter del tanto lavoro portato avanti quotidianamente dai medici dei Riuniti.

Tutto nella norma sino al momento in cui ha preso la parola Lorenzo D’Antiga, quarantaduenne pediatra gastroenterologo, arrivato nel maggio scorso dall’ospedale di Padova e responsabile della nuova unità denominata Epatologia e Gastroenterologia pediatrica e Trapianti pediatrici. «A Bergamo di fatto l’unità di gastroenterologia esiste solo per quanto concerne i trapianti - hanno sottolineato a gran voce i pediatri -, abbiamo invece bisogno di un’attività a 360 gradi per evitare di dover mandare i nostri bambini a fare esami per la celiachia o una gastroscopia a Brescia o Milano».

«Oggi non riusciamo a fare la normale attività - ha detto D’Antiga -, non riusciamo nemmeno a rispondere al telefono a tutti i centri che hanno grossi problemi con i trapiantati: abbiamo 450 bambini trapiantati “Follow up” (il controllo del paziente esteso nel tempo, ndr). Per fare una gastroscopia da noi ci vogliono spesso alcuni mesi e questo è un problema grave. Ho dovuto bloccare le prenotazioni per le visite ambulatoriali: oltre a me ci sono solo altri due specialisti in gastroenterologia pediatrica, pochi per le richieste del territorio. È una situazione transitoria in attesa di quanto avremo (e sarà tanto di più) nel nuovo ospedale: prometto il massimo impegno per rispondere alle necessità del territorio».

Massimo Provenzi ha messo l’accento sul periodo di osservazione dei bambini in tema di linfoadenopatie, mentre Maurizio Ruggeri ha sottolineato l’aumento notevole del numero di casi di tubercolosi registrati negli ultimi due anni. «Rispetto ai tre casi all’anno dei periodo precedenti - ha spiegato Ruggeri - negli ultimi due anni si sono registrati diciotto casi, nove all’anno. Tra le cause, le pessime condizioni sociosanitarie vissute da molti stranieri arrivati a Bergamo».

Buone notizie invece dal fronte del pronto soccorso pediatrico. «La creazione nel 2001 di una struttura dedicata al trattamento dei casi più complessi comprendente l’istituzione del periodo di osservazione (da 6 ore nei casi più semplici alle 30 ore per quelli più complessi) - spiega Maria D’Agostino, responsabile del pronto soccorso pediatrico dei Riuniti -, siamo riusciti ad abbattere il numero dei ricoveri, passati dai 1.313 del 2001 (il 10% rispetto agli accessi totali: 13.237) a 667 di quest’anno (meno del 4% rispetto ai 16.842 accessi totali: a fine anno sono previsti circa 18 mila accessi). Grazie all’osservazione breve abbiamo quindi evitato ulteriori giorni di ricovero, individuando le cure che il bambino può effettuare anche a casa, evitando così un sovraccarico alla struttura e forti disagi ai bambini e alle loro famiglie».
 Marco Conti

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