Frane: 250 mila euro per Bergamo
Valanghe: rischio 2 per le Orobie

Ammontano a quasi 5,7 milioni di euro le stime dei danni provocati dalle frane nelle province di Bergamo, Brescia e Sondrio nel periodo tra il 23 e il 28 dicembre. Lo riferisce l'assessore alla Protezione civile, Prevenzione e Polizia locale di Regione Lombardia, Stefano Maullu. In Provincia di Bergamo sono stati stanziati 121.500 euro per Valgoglio, 90 mila per Gandellino e 35 mila per Ubiale Clanezzo.

Quanto alle previsioni meteo, a partire dalla sera di lunedì 28 dicembre e fino a Capodanno nuove perturbazioni attraverseranno la Lombardia, intervallate solo da momentanee pause più asciutte, con brevi momenti assolati. Si tratterà, almeno in una prima fase, di fronti piuttosto deboli, che porteranno precipitazioni generalmente deboli. La neve cadrà in montagna, a quote molto variabili, a volte fino in collina, a volte solo in alta montagna. Una probabile svolta più fredda potrebbe invece intervenire per i primi giorni del nuovo anno, quando non si esclude anche il ritorno della neve fino in pianura.

Per quanto riguarda la situazione valanghe, il Centro Nivometeo di Bormio (Arpa) ha confermato il livello 3 MARCATO su tutti i settori, tranne che sulle Orobie, dove il livello è 2 MODERATO. Permane alto il rischio di provocare valanghe a quote elevate per gli sciatori fuori pista. L'aumento delle temperature previsto favorirà un indebolimento degli strati superficiali della neve ma non sarà sufficiente per determinare una ripresa dell'attività valanghiva spontanea. Oltre i 2300 metri il distacco di lastroni sarà possibile con debole sovraccarico (singolo escursionista) sui pendii ripidi in presenza di lastroni da vento, in canali e avvallamenti in prossimità della creste e delle dorsali.

Domenica 27 dicembre il rischio valanghe sulle Orobie era marcato (quota 3 su una scala da uno a cinque) e sulla cima dell'Arera sono saliti una ventina di alpinisti che per fortuna non hanno avuto nessun problema, ma le condizioni era più o meno quelle del 17 dicembre 2000, quando morirono quattro persone.

Mercoledì 30 dicembre, alle ore 11, nella Sede territoriale di Bergamo della Regione Lombardia in via XX Settembre, alla presenza di Stefano Maullu, assessore regionale alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale e di Fausto Carrara, assessore provinciale alla Protezione Civile, Attività Giovanili e Politiche Montane, si riuniranno rappresentanti della Regione, della Provincia, della Prefettura di Bergamo, delle Comunità Montane Valle Brembana, Valle di Scalve e Valle Seriana, dell’Arpa Lombardia e del Corpo forestale dello Stato per presentare e firmare un protocollo d’intesa che istituisce un Nucleo tecnico operativo per monitorare il rischio valanghe nei bacini idrografici della Bergamasca e supportare gli Enti Locali nella fase di emergenza.

Il Nucleo ha il compito di acquisire informazioni sulle caratteristiche del manto nevoso e sull’evoluzione del rischio valanghe nel corso dell’anno, supportare dal punto di vista tecnico gli Enti locali impegnati nella gestione di eventuali emergenze, fornire elementi utili alla programmazione degli interventi di prevenzione dei rischi, sia sotto l’aspetto tecnico che economico.

Il Nucleo tecnico operativo sarà affiancato da un Gruppo di accompagnamento che coordinerà le attività di monitoraggio, farà da tramite tra le segnalazioni e le richieste di supporto da parte degli Enti Locali e i professionisti incaricati dell’attività, definirà le modalità di utilizzo dei dati prodotti dal monitoraggio per quanto riguarda aspetti programmatici e aggiornamento delle conoscenze del territorio, relazionerà annualmente in merito all’attività svolta.

Il Gruppo di accompagnamento, coordinato da Claudio Merati, dirigente della Sede territoriale di Bergamo e formato da un dirigente della Prefettura di Bergamo, da funzionari regionali, provinciali e dell’Arpa, da rappresentanti delle Comunità Montane e del comando del Corpo Forestale dello Stato, inizierà la sua attività entro 15 giorni dalla firma del Protocollo. Il Protocollo è frutto degli incontri e della collaborazione fra enti pubblici organizzati in seguito all’emergenza valanghe verificatesi in provincia di Bergamo nel febbraio e marzo 2009.

Dopo gli incidenti delle ultime ore sull'arco alpino, il Corpo forestale dello Stato conferma il permanere di un allerta valanghe in montagna e consiglia di non avventurarsi in escursioni fuori pista che potrebbero provocare il distacco di masse nevose e ricorda di consultare i bollettini meteonivologici del Servizio Meteomont.

È di pochi giorni fa l'allarme lanciato dal Corpo forestale dello Stato sul pericolo slavine su tutto l'arco alpino, dovuto al brusco rialzo delle temperature. Le valanghe spontanee che si sono verificate nelle ultime ore e che, solo nella Val di Fassa, hanno causato la morte di sei persone, sono il risultato del susseguirsi di una serie di eventi.

Le abbondanti nevicate associate a vento delle ultime settimane avevano formato elevati spessori di neve sui quali successivamente si erano depositati fragili strati di brina in profondità. Le successive alte temperature e la pioggia hanno appesantito gli strati più superficiali facendo aumentare il pericolo di valanghe, spontanee e provocate.

Ora più che mai, in prossimità delle festività di fine anno, il Corpo forestale dello Stato sconsiglia le uscite fuori pista e raccomanda a chiunque si trovi in montagna di consultare sempre i bollettini quotidiani pubblicati dal Servizio Meteomont sul sito www.meteomont.org o attraverso il numero di emergenza ambientale 1515 del Corpo forestale dello Stato.

Attraverso il monitoraggio dei parametri meteonivologici sul territorio nazionale il servizio garantisce la previsione e la divulgazione dei dati sullo stato del manto nevoso e sul pericolo valanghe. Al momento, essendosi già verificati episodi valanghivi spontanei, il pericolo è in tendenza di diminuzione su tutto l'arco alpino.

Permane, tuttavia, localmente un pericolo marcato per il rischio di distacchi di masse nevose provocati dal passaggio anche di un singolo sciatore o di un escursionista con le ciaspole. Per tutti gli amanti della montagna la Forestale raccomanda inoltre di seguire scrupolosamente alcuni preziosi consigli. Ogni sciatore/snowboarder deve comportarsi in modo da non mettere in pericolo sé stesso e gli altri o provocare danno e deve tenere una velocità e un comportamento adeguati alle proprie capacità e alle condizioni climatiche generali.

Lo sciatore che si immette su una pista deve assicurarsi, mediante controllo visivo a monte e a valle, di poterlo fare senza pericolo per sé e per gli altri. Lo stesso comportamento deve essere tenuto dopo ogni sosta. Deve evitare di fermarsi, se non in caso di assoluta necessità, sulle piste e in particolare nei passaggi obbligati o senza visibilità. Lo sciatore deve rispettare la segnaletica della pista, prestare attenzione alle traiettorie degli altri, in considerazione del tipo di sci utilizzato, e soprattutto chiunque deve prestarsi per il soccorso in caso di incidente.

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Eco di Bergamo Il pericolo valanghe