Il tutto usando i mezzi pubblici e accompagnati da una volontaria bergamasca da poco tornata da Arbieto, uno dei progetti del Celim (il modulo d'adesione su www.celimbergamo.it. Possono partecipare anche persone che non intendono affrontare il viaggio). Sonia Mistrini, insegnante di Calcinate residente a Seriate, ha seguito tutto il progetto di educazione ambientale di Arbieto, cittadina a 2.600 metri sul livello del mare, con 9.000 abitanti sparsi in oltre 40 comunità. Per tre anni e mezzo Mistrini ha lavorato nella cittadina andina come educatrice. Ora il progetto è concluso ed è stato consegnato alle istituzioni locali che lo stanno portando avanti.
Ad Arbieto sono stati realizzati due vivai e un parco ecodidattico, dando lavoro a sei vivaisti, due forestali ed una educatrice. «La richiesta di un progetto ad Arbieto è arrivata dal municipio – racconta Mistrini – perché, a causa della deforestazione, la laguna sopra la città stava drenando. Il nostro progetto (650 mila euro il costo totale) ha costruito due vivai, uno per la produzione di pesche e l'altro di piante tropicali, soprattutto la tara, da cui si ottiene il tanino, utile per la lavorazione del cuoio e negli alimentari».
«Il parco ecodidattico è vicino alla zona turistica di Cochabamba – continua – e favorisce il lavoro dei ristoranti vicini. Nel parco sono state piantate diverse specie autoctone, c'è una biblioteca dell'ambiente, una sala conferenze e un info-point ambientale. La località è molto frequentata dai boliviani, famiglie e gruppi, attratti da alcuni graziosi e pescosi laghetti incorniciati da ristoranti con menu a base di pesce che rendono il paesaggio invitante per momenti di svago e di relax».
«È stato calcolato che abbiamo interessato circa duemila alunni e centocinquanta insegnanti – spiega Sonia Mistrini – con lezioni di educazione ambientale in linea con l'obiettivo del progetto: creare la disponibilità di legna da ardere, da costruzione e da industria; rimboschimento; la disponibilità di frutti; diffondere una cultura ambientale nei bambini e nei giovani sul principio che le piante producono ossigeno e sono anche una risorsa economica». I bambini imparavano a seminare, ad aver cura dell'ambiente.
«Abbiamo concluso ciò che ci eravamo fissati – continua Mistrini – abbiamo lavorato con le istituzioni locali, contatto indispensabile per poter realizzare qualcosa che continui anche quando noi andiamo via; abbiamo acquistato le piantine anche dal laboratorio botanico e delle sementi dell'università di La Paz, e sono state messe a dimora con personale pagato dal progetto. Infine abbiamo donato i due vivai: uno all'Associazione Irrigatori, uno al Comune di Laka Laka». Mistrini ricorda lo spirito di servizio che l'ha indotta a intraprendere l'avventura nel gennaio 2006.
«È stata la realizzazione di un desiderio che covavo da tempo e per diverse concause della vita sempre rimandato. Spero di essere stata utile a qualcuno. L'obiettivo è quello di intraprendere alcune attività lavorando tutti insieme cercando di affezionare il pubblico e il privato all'iniziativa che poi lasciamo a loro perché continuino l'opera». La sfida che l'attende, ora, è portare anche in Europa, a Bergamo, parte del lavoro svolto oltre Atlantico. L'obiettivo è abbattere le barriere culturali che ci dividono, anche tramite il turismo solidale.
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