Le ronde verso il flop
Per ora non ci sono iscritti

«Ronda su ronda, il mare ci porterà…». Per il momento la Ronda di Porta Volta - quella firmata da Aldo Giovanni e Giacomo che in tv si presenta intonando il celebre motivo di Paolo Conte debitamente parafrasato, divisa con kilt, giubbetto rifrangente e cariola d’ordinanza per trasportare il più piccolo dei tre vigilantes - è destinata a rappresentare uno dei pochi successi del decreto con cui il Viminale aveva, lo scorso agosto, dato il via all’iter per istituire le pattuglie di volontari per la sicurezza.

Flop un po’ ovunque, visto che i registri appositamente istituiti nelle Prefetture per l’iscrizione delle associazioni intenzionate a partecipare alla selezione sono rimasti per lo più intonsi. Da Milano, cuore della Padania, in giù. E Bergamo? Almeno per ora, non fa eccezione, con buona pace dell’assessore alla sicurezza Cristian Invernizzi che aveva previsto un avvio molto più celere: autunno, inizio inverno. Il motivo? Sempre lo stesso: anche qui di richieste in prefettura non ne sono ancora arrivate, anche se l’assessore non sembra farne assolutamente una tragedia.

«Le previsioni - dice Invernizzi - sono un po’ saltate perché facevamo conto sull’associazione carabinieri, mentre a metà novembre è arrivato lo stop dal comando centrale. Comunque non è questo il problema: a me interessa che parta tutto in maniera chiara e definita. Mese più, mese meno conta poco. E se di adesioni formalizzate non ce ne sono ancora, l’associazione paracadusti ci ha già confermato la sua disponibilità: tenete presente che fino a un paio di settimane fa non disponeva nemmeno di una sede, chiaro che in certe condizioni serve un po’ più di tempo. Anche i poliziotti italiani sono pronti a darci una mano. Pensiamo di concludere al più presto. Poi si ragionerà sul servizio vero e proprio».

Di sicuro, ora come ora, c’è solo che il pattugliamento sarà diurno: «Vedremo di quanti volontari disporremo - aggiunge Cristian Invernizzi - e ci regoleremo di conseguenza. L’obiettivo resta quello di garantire un maggior senso di sicurezza ai cittadini, quindi dovremo operare negli orari in cui la città è maggiormente frequentata: nessuna squadra notturna, ma un servizio molto flessibile esteso dalla mattina alla sera».

Nel frattempo vedremo anche cosa accadrà a livello nazionale. Fino a qualche settimana fa la tendenza era assolutamente identica a quella bergamasca. E cioè soltanto sei associazioni di «osservatori volontari per la sicurezza» che hanno chiesto, fino allo scorso novembre, il riconoscimento ufficiale a sindaco e prefetto. Tre domande a Roma, una a Milano, una a Treviso (dal Comune di Oderzo) e un’altra a Bolzano, da parte dei Rangers locali. Per completare il quadro bisognerebbe considerare anche le circa 70 ronde attive (17 solo in Lombardia, 10 in Veneto), prima del decreto Maroni dello scorso agosto.

Il provvedimento è intervenuto proprio a regolamentare il fenomeno dei vigilantes fai da te, prevedendo appositi albi presso le prefetture e rigidi requisiti per gli aspiranti volontari. Per l’iscrizione c’è tempo fino all’8 febbraio, data in cui, secondo la normativa, scadrà la fase transitoria. Solo allora si potrà stilare il bilancio definitivo. E chi si sarà registrato potrà contribuire alla sicurezza dei propri concittadini, mentre agli altri non resterà che starsene a guardare. Col rischio, come canterebbe ancora la Ronda di Porta Volta, di finire «alla deriva, in balia di una sorte bizzarra e cattiva…».
 Emanuele Falchetti

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