Canne fumarie, servono controlli
In 3 mesi bruciati quasi 120 tetti

Nel giro di tre mesi i tetti di quasi 120 case bergamasche hanno avuto danni a causa di fiamme partite dal camino: una media di circa quaranta incendi al mese. Secondo i dati dei vigili del fuoco è pesante anche quest’inverno il bilancio degli incendi provocati dal cattivo isolamento o dalla mancata manutenzione delle canne fumarie. Per la precisione, tra ottobre e dicembre, le squadre del comando di via Codussi e dei distaccamenti della provincia sono intervenute 116 volte per i roghi di tetti e canne fumarie, mentre nella prima metà di gennaio (dati ancora provvisori) i soccorsi sono stati circa quindicina.

Ogni anno nei mesi invernali l’accensione e l’uso intenso degli impianti di riscaldamento – in particolare camini e stufe a legna – fa aumentare il numero delle richieste di soccorso al 115 dei vigili del fuoco. A volte l’allarme è dato dal «semplice» surriscaldamento della canna fumaria e le operazioni dei pompieri si risolvono in pochi minuti con un intervento di raffreddamento, altre volte invece divampano veri e propri incendi che distruggono il tetto e rendono inagibile parte della casa, impegnando le squadre per ore. Negli ultimi anni si è registrata un’impennata di questa tipologia di incendi e in moltissimi casi, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, ha riguardato abitazioni nuove con impianti in acciaio di ultima generazione e moderni tetti ventilati.

Durante i numerosi interventi di soccorso i vigili di del fuoco hanno riscontrato che una delle cause principali di questi incendi è la mancanza di uno strato isolante adeguato tra il camino e le strutture in legno del tetto. Travi, travetti e perline spesso passano a pochi centimetri dal condotto di scarico dei fumi e, se restano a contatto con superfici calde per periodi prolungati senza uno strato isolante, possono prendere fuoco. Quasi sempre chi è in casa non si accorge subito dell’incendio, così le fiamme hanno tutto il tempo di propagarsi al tetto (più rapidamente se è ventilato) e di provocare danni gravissimi. In questi casi per impedire alle fiamme di divorare tutto il tetto i vigili del fuoco devono compiere interventi molto complessi, che prevedono non solo l’utilizzo di getti d’acqua, ma anche il taglio del tetto con delle motoseghe.

È importante, dunque, la prevenzione. «Il consiglio per chi deve installare un impianto nuovo – spiega il comandante dei vigili del fuoco di Bergamo, Giulio De Palma – è di affidarsi a imprese qualificate che rilasciano la dichiarazione di conformità, mentre chi negli ultimi anni ha installato una canna fumaria in metallo che attraversa un tetto in legno in caso di dubbi può rivolgersi a un tecnico specializzato per un controllo». Più sicuri su questo fronte sono gli impianti di vecchia generazione, di solito circondati da spessi strati in muratura o materiale refrattario, ma non del tutto esenti da rischi: col passare degli anni infatti lungo le pareti della canna fumaria possono aprirsi crepe da cui può fuoriuscire fumo e calore, oppure all’interno del condotto possono formarsi strati di fuliggine facilmente infiammabili. Proprio la fuliggine, confermano i vigili del fuoco, a volte è causa di incendi: è quindi importante far pulire periodicamente la canna fumaria.

Per prevenire gli incendi è importante anche la scelta di una canna fumaria adatta per il proprio impianto di riscaldamento. È capitato infatti che un camino per caldaie a gas venisse installato su una stufa a legna, oppure che un camino non testato per l’incendio della fuliggine fosse proposto come tale. Bisogna controllare inoltre che la canna fumaria sia stata montata correttamente, cioè non troppo vicino a travi, assi di legno o moquette, e che non abbia punti caldi scoperti. Per questo è importante affidarsi a imprese serie, alle quali la legge impone regole precise: una di queste – come dispone il decreto ministeriale 37 del 2008 – è l’obbligo di rilasciare una dichiarazione di conformità dell’impianto, cioè un documento che certifica che la canna fumaria è stata installata a regola d’arte.

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