È morto Roberto Ferrante:
lavorò a «L'Eco» per 40 anni

Arrivò a L'Eco di Bergamo negli anni '50, quando iniziò a collaborare scrivendo la storia del suo servizio militare, e rimase al giornale fino al 2000. Roberto Ferrante è morto oggi, domenica, all'Hospice dell'Istituto Palazzolo: aveva 74 anni. Il giornalismo l'aveva nel sangue: aveva cominciato coi primi giornalini studenteschi e, anche una volta andato in pensione ha continuato a scrivere, correggere e impaginare.

Roberto Ferrante lascia la moglie, Anna, e le due figlie, Monica e Paola. I funerali saranno celebrati martedì 26 gennaio nella chiesa parrocchiale di Longuelo: la cerimonia inizierà alle 10.

Roberto in gioventù diresse “La Lanterna”, periodico degli universitari cattolici bergamaschi (FUCI). Ha lavorato a lungo a L’Eco di Bergamo. Dopo le cronache dal servizio militare, rientrato a casa poté intensificare la sua collaborazione col giornale. E l’antica passione finì con l’avere il sopravvento. Prima una intensa collaborazione, poi il direttore Spada lo assunse.

Entrato in redazione accompagnato dalla fama di esperto di statistiche, Ferrante si dedicò soprattutto alla cronaca bianca. Scriveva di eventi cittadini, si occupava di bilanci comunali, seguì anche le sedute del consiglio comunale: fu un redattore completo, che si metteva alla macchina da scrivere per coprire qualsiasi necessità.

Si occupò anche di auto e di novità delle case automobilistiche fino a diventare una firma nota in questo campo. Grazie alla sua buona capacità organizzativa - ma occorreva anche un bel po’ di fantasia e inventiva – si occupò della gestione dell’inserto, ricco di pagine e di immagini colorate, che L’Eco di Bergamo pubblicò negli anni Novanta.

Roberto Ferrante curò, con altri giornalisti, il primo telegiornale della neonata BergamoTv, e quando arrivò il momento della pensione non pensò nemmeno per un istante a mettersi da parte. Fondò, in cooperativa con altri colleghi pure pensionati, l’agenzia New Service, che per un certo periodo fornì pagine e servizi speciali a L’Eco di Bergamo e alla società Spm.

Negli ultimi anni è stato direttore responsabile de “Il Giopì”, periodico del Ducato di Piazza Pontida.

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