Foto osé di bimbe in ufficio
Condannato un impiegato

A metterlo nei guai era stata l'incauta stampa di una fotografia di tipo pedopornografico fatta in ufficio e intercettata da un collega, e a salvarlo da una pesante condanna per violenza sessuale su minore è stata invece una mera questione procedurale.

Protagonista della vicenda un impiegato di quarantasette anni della Valle Seriana, che, giovedì 4 febbraio, in udienza preliminare, difeso d'ufficio dall'avvocato Monica Di Nardo, è stato condannato per il primo reato a un anno e otto mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale della pena in quanto incensurato, e assolto invece perché il fatto non sussiste dalla seconda accusa.

A far scattare l'assoluzione sarebbero stati gli elementi di prova raccolti dagli inquirenti, quando però il periodo delle indagini preliminari era già scaduto, e non ne era stata chiesta una proroga dalla Procura: preso atto di questa condizione il gup Giovanni Petillo ha assolto l'uomo dall'accusa di violenza.

L'avvio della vicenda giudiziaria nel 2007: l'impiegato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, coordinati dal pm Letizia Ruggeri, aveva stampato dal computer dell'ufficio un'immagine, senza ombra di dubbio di tipo pedopornografico. Un collega aveva visto l'immagine stampata, e aveva denunciato la vicenda: partita l'indagine, gli inquirenti avevano perquisito il computer privato dell'impiegato, nella sua abitazione. Avevano trovato diverse altre immagini dello stesso tipo: le foto erano state sequestrate, e l'accusa aveva preso corpo.

Più tardi, quando le indagini preliminari - la cui durata è di sei mesi se non viene chiesta una proroga - erano ormai concluse, gli inquirenti avevano scoperto un particolare importante: due delle bambine ritratte nelle foto erano figlie di amici dell'indagato. Le bimbe erano state sentite dalla Procura, e avevano alla fine raccontato di essere state fotografate svestite dall'uomo, e di aver subito da lui atteggiamenti morbosi tra il 2003 (avevano 9 e 10 anni) e il 2007: a quel punto era scattata anche l'accusa di violenza sessuale, ed era stata chiesta una misura cautelare nei confronti dell'impiegato.

La richiesta era stata rigettata dal gip, e il procedimento era proseguito a piede libero fino a giovedì. All'udienza preliminare si sono costituite parte civile con l'avvocato Francesca Longhi le famiglie delle due bimbe. L'impiegato ha scelto di affrontare il rito abbreviato, e cioè sulla base di quanto presente nel fascicolo: il difensore ha sollevato la questione dell'inutilizzabilità degli elementi (tra cui la testimonianza delle bimbe) relativi alla violenza, in quanto tardivi rispetto al periodo previsto per le indagini preliminari. Elemento questo accolto dal gup Petillo.
 Tiziano Tista

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