Etiope trovato morto a Treviglio
Martedì gli esiti dell'autopsia

Sarà fondamentale l'esito dell'autopsia di martedì 9 febbraio per far luce sul giallo della morte di Daniel Teferi, l'etiope di 35 anni trovato senza vita sabato mattina sul binario numero 5 della stazione Centrale di Treviglio. L'esame – che verrà eseguito dal dottor Zeno Di Battista, dell'Istituto di medicina legale di Verona, nella camera mortuaria del cimitero – permetterà infatti di capire cosa ha provocato la profonda ferita che l'immigrato presentava sul lato posteriore destro della testa, la ferita che gli ha quasi certamente causato la morte.

Sabato mattina la polizia scientifica del commissariato trevigliese ha sequestrato una spranga in ferro, sporca di una sostanza che potrebbe anche essere sangue: l'esame consentirà di accertare se la ferita al capo sia compatibile con un colpo inferto proprio con la spranga, trovata poco distante dal cadavere, che era al limite della banchina (sul lato est della stazione) e all'altezza del cantiere (attualmente fermo) per la realizzazione del nuovo sottopasso pedonale.

La spranga, cava, è lunga un metro, ha un diametro di 5 centimetri e sulla sommità ha una base quadrata larga 12 centimetri: si tratta di una parte di uno dei pali che vengono utilizzati proprio nei cantieri per costruire le impalcature. L'ipotesi più probabile per gli inquirenti è che Daniel sia stato colpito alla testa proprio con la spranga, anche se – finché non si avrà l'esito dell'autopsia – restano aperte anche le altre ipotesi, seppure meno probabili: tra queste anche che l'immigrato sia caduto sul binario e abbia picchiato il capo contro uno dei bulloni delle rotaie.

In base all'esito dell'autopsia il sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, Maria Mocciaro, potrà indicare un'ipotesi di reato da indicare nel fascicolo sul caso. Tra le certezze il fatto che Daniel Teferi non è stato sicuramente travolto da un treno in transito: in tal caso sul suo corpo ci sarebbero altre, evidenti ferite. Ma perché l'etiope si trovava in quel punto della banchina, all'estremità est della stazione ferroviaria, quando la coincidenza per Bergamo – la sua destinazione – l'avrebbe dovuta prendere proprio dall'altra parte, sul versante ovest della Centrale?

L'autopsia chiarirà anche l'orario della sua morte: secondo i primi esami sulla salma, il decesso risalirebbe alle 7 di sabato mattina, tre ore prima del ritrovamento. La Polfer di Treviglio e Milano, che sta portando avanti le indagini coordinate dal pm Mocciaro, ha ascoltato parenti e amici della vittima. Nato ad Addis Abeba il 12 febbraio 1974, Daniel Teferi aveva la residenza a Roma da tempo: era in possesso di una carta d'identità rilasciata proprio dal Comune di Roma (in precedenza aveva invece un permesso di soggiorno emesso dalla questura di Torino), ma ormai da anni era domiciliato in centro a Milano, dove lavorava come operaio.

«Tutti i fine settimana veniva a Bergamo a trovarmi – ha raccontato agli inquirenti una cugina, connazionale della vittima e residente nel capoluogo –: anche sabato lo aspettavamo, ma non è mai arrivato. Era un bravo ragazzo e non aveva mai fatto uso di droghe». Il trentacinquenne era arrivato nelle prime ore di sabato mattina a Treviglio, ma non è ancora stato accertato con quale treno (in stazione non ci sono telecamere). Il primo convoglio che proviene dal capoluogo lombardo è quello delle 6,20, ma prima delle 7 – probabile orario del decesso – ce ne sono altri tre.

Se si deve andare a Bergamo, alla Centrale è necessario scendere dal treno – che prosegue sulla Milano-Venezia in direzione di Brescia – e raggiungere il binario numero 1 tronco, da dove parte la coincidenza per il capoluogo orobico: lì ci sono treni per Bergamo ogni 9° e 39° minuto di ogni ora, a partire dalle 6 in avanti (al minuto 13° e 43° lo stesso convoglio ferma invece alla stazione Ovest). Ma allora cosa è successo a Daniel dal momento in cui è sceso dal treno a quando è morto, ucciso da un colpo al capo, sull'estremità est della banchina del binario 5, a diverse centinaia di metri dal punto in cui avrebbe dovuto prendere il treno per Bergamo?

E inoltre: visto che, dai primi rilievi, il corpo non sarebbe stato mosso, perchè Daniel si trovava proprio lì? La cugina della vittima ha raccontato che, da ormai diverso tempo, il trentacinquenne andava a Bergamo tutti i fine settimana, dunque la stazione Centrale di Treviglio non era per lui un posto così sconosciuto, se spesso la utilizzava per prendere la coincidenza. Eppure proprio in stazione a Treviglio l'etiope è morto, probabilmente ucciso in circostanze ancora tutte da chiarire. F.C.

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